Brescia, Acri indagato: “Dimesso per motivi lavorativi”

Indagato dalla Procura di Milano insieme con l'europarlamentare di FdI Carlo Fidanza per "corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio", l'ex consigliere comunale si difende: "Sono sereno, ho fiducia nella magistratura".

Brescia. Si difende Giovanni Acri, ex consigliere comunale a Brescia, indagato dalla procura di Milano, insieme con l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, con l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Per gli inquirenti Acri avrebbe dato le dimissioni dal suo ruolo in Loggia, il 25 giugno 2021, facendo entrare al suo posto il primo dei non eletti, Giangiacomo Calovini, vicino alla corrente politica di Fidanza, in cambio di un’assunzione del figlio nello staff del deputato.

Mercoledì la Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni nelle abitazioni di Acri, del figlio e, anche, nello studio milanese di un commercialista. L’unico indagato, al momento resta l’ex consigliere in Loggia.
Da quanto emerso, il contratto di assunzione nello staff  di Fidanza sarebbe datato 18 giugno 2021 e le dimissioni di Acri da consigliere comunale sono invece arrivare il 25 giugno.

Acri ha affermato di avere rassegnato le dimissioni per motivi lavorativi che lo avrebbero portato con più frequenza all’estero, evidenziando di avere lasciato progressivamente anche gli incarichi negli ospedali nei quali lavorava (è urologo).
Affermando di «essere molto sereno», Acri ha dichiarato di avere fiducia nella magistratura «che  saprà far luce sulla vicenda».

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