Omicidio Ziliani, Milani “tradito” da una confidenza ad un compagno di cella

Milani raccontò ad un detenuto della fossa scavata nel bosco e, messo alle strette, confessò poi l'omicidio. Aggiornata la 4 luglio l'udienza preliminare a carico del "trio criminale".

Brescia. E’ stata aggiornata al 4 luglio l’udienza preliminare a carico del cosiddetto “trio criminale”, ovvero Silvia e Paola Zani e Mirto Milani, accusati e poi rei confessi dell’omicidio di Laura Ziliani, la ex vigilessa 55enne di Temù, scomparsa l’8 maggio 2021 e ritrovata senza vita tre mesi dopo lungo le sponde del fiume Oglio, nel paese camuno.

Le due figlie ed il fidanzato della maggiore, Silvia, sono comparsi lunedì mattina davanti al gup Brescia: nel corso dell’udienza la madre di Laura Ziliani, la terza figlia e i due fratelli della donna uccisa si sono costituiti parte civile.
La difesa ha chiesto l’acquisizione delle registrazioni degli interrogatori ai tre indagati che, nella giornata di ilunedì, si sono ritrovati, per la prima volta dopo l’arresto avvenuto lo scorso settembre, insieme nel medesimo luogo. La difesa dei tre indagati ha chiesto la trascrizione degli interrogatori con le confessioni e il deposito delle relazioni degli psichiatri che hanno effettuato le visite in carcere sui tre giovani.

mirto milani

E’ emerso che sarebbe partita da alcune confidenze fatte da Milani ad un compagno di cella la successiva confessione del 28enne, fidanzato con Silvia Zani: il ragazzo avrebbe raccontato al detenuto di avere scavato una fossa per seppellire il corpo della Ziliani, buca poi individuata dagli inquirenti nel corso di un sopralluogo, oltre ad avergli raccontato, in un dialogo intercettato in carcere, le fasi del delitto. Esternazioni che sono poi confluite nel fascicolo d’inchiesta, diventando prove contro il terzetto criminale. Milani, dunque, messo alle strette, avrebbe poi confessato, e, di seguito, lo hanno fatto anche le due figlie della ex vigilessa.

 

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