Carol Maltesi: “Con Davide intesa mentale, amo N.”

In un messaggio ad un'amica, la 26enne uccisa e fatta a pezzi dal vicino di casa, raccontava del rapporto con Fontana, con il quale, da parte sua, non c'era coinvolgimento sentimentale.

Borno. “Fra di noi c’è una bella intesa a livello mentale”. Lo dice Carol Maltesi in un messaggio inviato ad una amica mentre parla del suo rapporto con Davide Fontana, il vicino di casa reo confesso dell’omicidio della 26enne.
Un audio, datato 11 luglio, finito sui social in cui la ragazza 26enne di Sesto Calende parla della sua vita e del rapporto con quello che diventerà il suo carnefice.

“A livello mentale mi trovo meglio con lui, mentre a livello di cuore mi trovo meglio con N. (il nome viene tenuto occultato), questo è il punto”.
Carol poi parla del trasferimento di Davide Fontana nel medesimo stabile di via Barbara Melzi a Rescaldina: “Quando sono venuta a vivere qua anche Davide stava cercando casa e ha trovato un appartamento qui. Quindi adesso abitiamo nello stesso condominio, nella stessa corte che era libera”.

Carol poi spiega all’amica che con Davide il rapporto era sereno: “Io e lui ci siamo avvicinati tantissimo e nel frattempo mi ero allontanata da N. perchè non condivideva il mio lavoro. In ogni caso il cuore era sempre di N. perchè io un po’ rimanevo innamorata. Invece con Davide andava avanti a livello mentale. È stato lui a spronarmi, a starmi vicino quando combinavo casini”.

Un rapporto quindi non sentimentale, almeno da parte della ragazza, mentre l’uomo, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip aveva dichiarato di essere innamorato della ragazza e di avere paura di perderla quando lei gli aveva comunicato l’intenzione di stabilirsi nel Veronese per stare vicino al figlio di 6 anni, che vive con il padre. Una decisione che avrebbe fatto infuriare l’uomo fino a a spingerlo ad ucciderla, mentre giravano alcuni video hard nella casa di Carol a Rescaldina. Fontana avrebbe preso a martellate la ragazza, finendola con un colpo di lama alla gola, quindi avrebbe smembrato il cadavere, tagliandolo in pezzi e custodendolo per circa due mesi in un congelatore a pozzetto acquistato proprio a questo scopo dopo l’omicidio, infine, dopo avere tentato, per almeno due volte, di disfarsi del cadavere fatto a pezzi bruciandolo, lo ha gettato in un dirupo a Borno, nel bresciano, dove è stato ritrovato casualmente da un residente lo scorso 20 marzo.

Emergono anche altri dettagli sul comportamento del 43enne bancario nelle settimane successive al massacro. Fontana, quando Carol era già morta, non solo aveva continuato a versare l’affitto dell’appartamento in cui viveva la ragazza, ma avrebbe anche usato la carta di credito della vittima, acquistando anche un paio di scarpe, così da non destare sospetti sulla scomparsa della 26enne.

Davide Fontana ha continuato ad usare anche il telefono di Carol, fingendosi lei e rispondendo ai messaggi che parenti ed amici le scrivevano, e l’automobile della giovane, la Fiat 500 che utilizzò anche per gettare i resti della 26enne in una scarpata in Valle Camonica. Un comportamento emerso in più riprese durante i vari interrogatori di queste settimane. L’uomo avrebbe sempre agito da solo, senza complici.

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