Camici in Lombardia, indagato il governatore Attilio Fontana

Gli inquirenti cercano di capire se il presidente abbia avuto un ruolo attivo nell'affidamento diretto del materiale.

(red.) La notizia è giunta nella tarda serata di ieri, venerdì 24 luglio: il governatore lombardo Attilio Fontana è indagato nell’ambito dell’inchiesta su mezzo milione di camici forniti durante il pieno periodo della pandemia sanitaria da coronavirus. A far notificare l’avviso di garanzia nei confronti del presidente è stata la procura di Milano che sta indagando proprio sulla fornitura dei camici e di altri dispositivi di protezione individuale da parte della Dama spa. Cioé la società gestita dal cognato del governatore, Andrea Dini e con la moglie dello stesso presidente Fontana che possiede una quota del 10%.

Proprio ieri – e probabilmente le situazioni sono collegate – in procura è stato sentito Filippo Bongiovanni, il direttore generale ormai dimissionario di Aria spa, cioé la centrale acquisti della Lombardia. L’uomo risulta indagato, con il titolare della Dama Spa, per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente. L’ormai ex direttore generale avrebbe parlato dello stato di necessità con cui si operava in quel periodo, mentre la procura ritiene che dietro quell’affidamento diretto senza gara per la fornitura e risalente a metà aprile ci fosse stato un conflitto di interessi. Ma non solo, perché in seguito, quando qualcosa sarebbe venuta a galla, la fornitura sarebbe diventata una donazione, ma dopo più di un mese dal momento dell’affidamento.

E nonostante quella situazione, sembra che la Dama Spa abbia provato a vendere 25 mila camici con un prezzo superiore rispetto a quello proposto dalla centrale di acquisti lombarda. Nell’ambito dell’inchiesta, nelle settimane precedenti sono già stati sentiti altri testimoni e gli inquirenti ritengono che il governatore Attilio Fontana possa aver avuto un ruolo attivo in questa vicenda. Bongiovanni, sentito dai magistrati, ha anche sottolineato che durante il periodo di massima emergenza sanitaria sarebbero state sospese tutte le verifiche sulle forniture proprio per non perdere troppo tempo. E che ogni impresa che produceva dispositivi di protezione individuale veniva presa in considerazione. La Guardia di Finanza potrebbe svolgere nuovi accertamenti, mentre da ieri sera il governatore Fontana risulta quindi indagato.

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