Zona rossa Alzano-Nembro, è il giorno di Conte. Brescia alla finestra

Oggi l'audizione del premier e di due ministri. Altri Comuni a rischio si sono chiusi senza aspettare il Governo.

(red.) Prima i ministri alla Salute e all’Interno Roberto Speranza e Luciana Lamorgese, quindi il premier Giuseppe Conte. Quella di oggi, venerdì 12 giugno, sarà una giornata importante per la trasferta romana dei magistrati di Bergamo che indagano anche sulla mancata zona rossa tra Alzano Lombardo e Nembro, nella provincia orobica. I tre rappresentanti del Governo saranno sentiti come persone informate sui fatti per capire se abbiano avuto responsabilità nella vicenda che ha visto come punto centrale il periodo dal 3 al 7 marzo.

In particolare, il 23 febbraio era stato sollevato il tema della possibile chiusura dell’ospedale di Alzano Lombardo, riaperto invece dopo poche ore, per l’aumento del numero dei contagi. E quella mancata chiusura potrebbe aver provocato l’esplosione dei casi in Valseriana. In seguito, nel momento in cui anche l’Istituto Superiore di Sanità aveva prefigurato l’opportunità di istituire la zona rossa tra Alzano e Nembro, non se ne fece nulla. E dal 7 marzo il Governo decise di “chiudere” la Lombardia e dichiarare “rosse” altre quattordici province. La procuratrice di Bergamo Maria Cristina Rota è nella Capitale insieme ad altri magistrati che indagano per capire eventuali responsabilità.

Ed è facile immaginare che il premier Conte, la cui audizione è la più attesa, dica che altre regioni e altri Comuni hanno istituito zone rosse senza dover aspettare l’esecutivo. E quindi è da accertare se la Regione Lombardia avesse potuto decidere in autonomia di istituire zone rosse oppure, come sottolineato dallo stesso magistrato, fosse una decisione governativa. Se il pool di magistrati di Bergamo dovessero riconoscere delle responsabilità nei due ministri e nel premier nell’ambito delle loro funzioni, il caso passerebbe al tribunale dei Ministri e infine alla Corte d’Appello di Brescia.

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