Chiamate-truffa alle scuole, indagato un residente a Brescia

Il gruppo contattava gli istituti paritari parlando di contributi percepiti in modo indebito dal ministero: 8 arresti.

(red.) E’ coinvolto anche un nigeriano di 41 anni residente a Brescia in un’inchiesta per truffa e minacce aperta dalla procura di Potenza per una condotta veniva portata avanti e ai danni di diverse scuole paritarie italiane. Il meccanismo, di cui scrive il dorso bresciano del Corriere della Sera, era molto semplice: un gruppo contattava diversi istituti (anche asili nido) dicendo loro di aver percepito indebitamente alcuni contributi dal Ministero dell’Istruzione.

E che avrebbero dovuti restituirli, altrimenti non avrebbero incassato nulla nell’anno successivo. Si parla di bonifici singoli da quasi 2.500 euro e che, come dicevano gli anonimi chiamanti, sarebbero stati girati sul conto delle scuole che invece ne avevano diritto. Peccato che in realtà quelle somme finissero su una carta Postepay intestata a uno degli indagati.

Questa inchiesta, aperta dalla denuncia di una dirigente scolastica che era già stata colpita e continuava a ricevere minacce, ha portato a due ordinanze di custodia cautelare in carcere e sei ai domiciliari notificate dai carabinieri tra Torino, Catania, Brescia e Caserta. I numeri parlano di cinque raggiri andati a segno, 132 tentati e 17 scoperti dai carabinieri.

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