Diva Borin, badante indagato accusato di depistaggio

Salvatore Spina, oltre all'omicidio volontario, avrebbe spostato il corpo sul divano della donna dopo averla strangolata. Le indagini sul caso proseguono.

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(red.) Si torna a parlare della morte di Diva Borin, la donna di 86 anni trovata senza vita nel suo appartamento a Urago Mella, a Brescia, lo scorso marzo. Unico indagato resta il badante Salvatore Spina, di 37 anni, che per la donna svolgeva diverse commissioni, anche in casa. Come dà notizia il Giornale di Brescia, la posizione dell’accusato si aggrava, perché oltre a omicidio volontario si indaga su di lui per truffa processuale, cioé per aver depistato le indagini. Secondo gli inquirenti, lui avrebbe strangolato la donna per motivi economici, ma ci sono elementi da capire, come emerge anche nella relazione del medico legale dopo aver effettuato l’autopsia sulla donna.

Si parla di rottura dell’osso del collo, ma gli inquirenti avevano trovato la donna sul divano e seduta, come se fosse addormentata. Salvatore Spina, che si è sempre detto innocente, ha rivelato di aver trovato con una vicina di casa l’anziana inerte e di averla distesa a terra cercando di rianimarla. Tuttavia, visto che il divano è appoggiato con lo schienale a un muro, per gli inquirenti sarebbe stato impossibile strangolarla in quella posizione. E quindi secondo chi indaga, l’uomo avrebbe depistato le indagini. In ogni caso per l’uomo non è stata emessa alcuna custodia cautelare e resta a piede libero. L’abitazione teatro del dramma, invece, resta sotto sequestro per possibili altre indagini. Secondo l’accusa, potrebbe esserci l’eredità della vittima dietro il delitto.

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