Sana Cheema, test Dna su tre sospetti di morte

Prove scientifiche effettuate su padre, fratello e lo zio già arrestati in Pakistan. Sul corpo della ragazza non ci sarebbero ferite. E' stata avvelenata?

(red.) Si apre una nuova settimana importante dal punto di vista delle indagini sulla morte della ragazza pakistana Sana Cheema. Il padre Mustafa Ghulam, il fratello Adnan e lo zio Iqbar restano in custodia cautelare e sono i principali sospettati per quello che si sta rivelando sempre più essere un delitto d’onore dopo che la 25enne pakistana cresciuta a Brescia avrebbe rifiutato un matrimonio combinato. Secondo gli ultimi sviluppi, è stato disposto il test del Dna sui tre familiari.

Nel frattempo, sarebbe anche emerso dai primi risultati dell’autopsia che sul corpo della ragazza non ci sarebbero segni di ferite. Ma oltre al malore, una delle ipotesi che si sta facendo strada è quella che la ragazza sia stata avvelenata. Tra l’altro, sembra che la pakistana abbia interrotto la relazione con il fidanzato conosciuto in Italia e forse nemmeno i genitori di lei vedevano bene quel rapporto. Ma si attendono le conferme ufficiali sull’autopsia e potrebbero volerci settimane.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.