Killer suicida, sentito indagato: versioni diverse

Interrogato in procura a Brescia il 56enne carpentiere di Castel Mella che giovedì ha condotto a Flero Cosimo Balsamo. Indagini balistiche sulle armi.

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(red.) Nella giornata di venerdì 6 aprile alla procura di Brescia è stato aggiunto un altro tassello all’indagine sul duplice omicidio e poi al suicidio compiuto giovedì 5 dal 62enne Cosimo Balsamo tra Flero, Carpeneda di Vobarno e Azzano Mella, nel bresciano. E’ stato il giorno dell’interrogatorio del carpentiere 56enne di Castel Mella, iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in duplice omicidio per aver accompagnato l’amico Cosimo alla SGA di Flero. A questo punto il magistrato Erica Battaglia che ha raccolto la testimonianza dell’indagato deve valutare le varie versioni.

Due in particolare: quella dei testimoni dei fatti di Flero che avevano detto come Balsamo, dopo non essersi visto aprire i cancelli della SGA, avrebbe scavalcato; l’altra, del fabbro, che ha detto di aver visto aprire senza problemi il cancello dopo che l’amico che aveva condotto sul posto aveva suonato il campanello. Ma si vuole anche capire da dove provengano le armi usate dal killer suicida 62enne nella drammatica giornata. Si parla di una pistola Mauser calibro 7.63, una semiautomatica calibro 7.65 e un fucile a pompa calibro 12 a pallini.

Saranno eseguite le indagini balistiche per capire se abbiano già sparato e se anche il carpentiere indagato sia coinvolto. Di certo, è da verificare anche dove Balsamo avesse le armi per compiere la vendetta. Il fabbro di Castel Mella ha rivelato di non aver visto nulla tra le mani del 62enne quando lo ha accompagnato a Flero ed è anche escluso che le tenesse nella casa di Roncadelle, tra l’altro confiscata e quindi sotto i riflettori. Forse l’autore della strage le aveva messe in un capannone di sua proprietà vicino all’azienda di Flero dove è partito il dramma.

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