Croce di Job, altri quattro tornano indagati

Sono due sacerdoti e due laici. Per loro, già coinvolti, erano stata chiesta l'archiviazione. Ora la chiusura delle indagini che li porta di nuovo ad accuse.

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(red.) Nuova svolta dal punto di vista giudiziario nell’ambito del crollo della Croce di Job all’Androla di Cevo, nel bresciano, che il 24 aprile del 2014 uccise il 21enne Marco Gusmini di Lovere. Se, infatti, a febbraio il giudice di Brescia Carlo Bianchetti ha deciso per il rinvio a giudizio di cinque imputati per quel drammatico episodio, la notizia delle ultime ore riguarda il ritorno alla posizione di indagati di altre quattro persone. Lo scrive Bresciaoggi segnalando come, prima della decisione del giudice, un altro a capo della corte, Alessandra Sabatucci, avesse chiesto al pubblico ministero Caty Bressanelli un supplemento di indagini.

Nel mirino c’erano altri cinque indagati per i quali, però, il magistrato aveva chiesto di archiviare. Con l’opposizione della famiglia del ragazzo travolto e ucciso dal manufatto in legno. Dopo altre indagini, si è arrivati alla notifica della chiusura, con altre quattro persone delle cinque coinvolte. Si tratta di due sacerdoti e due laici che all’epoca dei fatti facevano parte dell’associazione “Croce del Papa”. L’accusa formale nei loro confronti è di non aver rispettato le regole di manutenzione dell’opera. Ora avranno tre settimane di tempo per presentare delle memorie difensive, farsi sentire dal magistrato oppure rilasciare dichiarazioni spontanee.

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