Marta, verso chiusura indagine. Madre si oppone

Silvana, mamma di Marta Baroni trovata morta in agosto in un cassonetto del verde in via Torricella a Brescia, chiede a giudice di non archiviare fascicolo.

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(red.) Si va verso l’archiviazione dell’indagine sulla morte di Marta Baroni, la 34enne trovata senza vita in un cassonetto del verde in via Torricella a Brescia il 24 agosto 2016. Il pubblico ministero Roberta Panico ha aperto un’inchiesta contro ignoti per occultamento di cadavere, ma di fronte all’assenza di prove è intenzionata a chiudere il caso. Tuttavia la madre della ragazza, Silvana, attraverso il proprio avvocato, si è opposta alla decisione della pm chiedendo nuove indagini. A decidere sarà il giudice.

La madre della 34enne, interpellata dal Giornale di Brescia, sottolinea che ci sarebbero diverse cose che non vanno. Marta Baroni, che da 15 anni era diventata donna dopo aver cambiato sesso, era stata trovata priva di vita e solo con la carta d’identità. L’esito dell’autopsia aveva parlato di emorragia gastrica, ma nel cassone del verde non sono state trovate tracce di sangue o vomito. Segno, secondo la madre, che la 34enne sarebbe stata uccisa da qualcuno altrove e poi abbandonata nel cassonetto.

La madre Silvana cerca di difendere la figlia dicendo che non era una trans e nemmeno una consumatrice di droga. “Era un’artista che aveva lavorato per Play Boy e il Grande Fratello, ma poi rimasta senza lavoro, soldi e nemmeno il fidanzato”. La crisi depressiva avrebbe poi spinto la giovane ad assumere psicofarmaci che le dava proprio la madre. Ma null’altro. Così Silvana teme che dietro il decesso della figlia ci sia qualcos’altro e per questo chiede al giudice di opporsi alla richiesta di archiviazione.

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