Cava Macogna, attesa sentenza del Tar

Martedì 15 i cittadini si sono riuniti con i comitati per fare il punto sulla discarica. Il 23 marzo previsto l'esito. Il 10 aprile in città.

Foto da Bresciaoggi

(red.) Nella serata di martedì 15 marzo Berlingo, nel bresciano, ha ospitato un’assemblea rivolta ai cittadini sul caso della cava Macogna. Si tratta del sito, nella bassa Franciacorta, autorizzato dalla Provincia di Brescia e dalla Regione Lombardia per lo stoccaggio di rifiuti e scarti inerti dell’Alfa Acciai. Una larga parte di area è sotto sequestro dopo la scoperta, fatta dai comitati contrari alla discarica, che all’interno venivano portati materiali con livelli chimici inquinanti oltre i limiti di legge. Sulla questione pende un ricorso al Tar di Brescia presentato dai Comuni di Berlingo, Rovato, Cazzago San Martino e Travagliato che chiedono di revocare il provvedimento. La vicenda era partita nel 2012 e la nuova data tanto attesa è quella di mercoledì 23 marzo quando i giudici del tribunale amministrativo dovrebbero pronunciarsi.
All’affollato incontro di martedì sera, con il sindaco Cristina Bellini a fare da padrona di casa, c’erano anche i rappresentanti di Legambiente Lombardia, i legali dei Comuni e don Fabio Corazzina. E’ emerso come, secondo, il legale, l’Europa stabilisca l’obbligo di riutilizzare il 70% dei materiali inerti invece di stoccarli in discarica, come sta accadendo alla Macogna. Dal punto di vista giudiziario, inoltre il tribunale di via Carlo Zima dovrà stabilire se l’autorizzazione del Broletto e del Pirellone è corretta. I comitati e i Comuni dall’altra parte chiedono di verificare la valutazione ambientale e di proteggere la falda sotterranea. Tutti i presenti si sono dati appuntamento al 10 aprile per una manifestazione al parco Gallo di Brescia. Qualunque sia la sentenza del Tar.

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