Garda, sfiorato il disastro ambientale
Lunedì 14 un pezzo di collettore fognario si è sollevato a Lazise, nel veronese. Ha rischiato di rompersi inondando il bacino di deiezioni.
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(red.) Lunedì 14 marzo si è rischiato un dramma ambientale sul lago di Garda. A un certo punto, per cause da accertare, il collettore fognario che si trova sul fondale e porta i reflui organici da Lazise verso Peschiera, nel veronese, si è alzato. Più di una persona ha segnalato quel particolare avvistamento, di circa 50 metri rispetto agli 8 chilometri di conduttura. Probabilmente per alcuni gas interni o per altre cause naturali, il tratto di tubazione si è alzato improvvisamente fino a deformarsi. Quel particolare fenomeno ha portato subito ad allertare l’ispettorato di Porto e i carabinieri, oltre ai vertici dell’Azienda Gardesana Servizi, l’omologa di Garda Uno per il veronese.
Per capire la possibile disgrazia basti pensare che quella tubazione trasporta le deiezioni di 300 mila cittadini. E se si fosse rotta, il contenuto avrebbe inondato l’intero bacino gardesano da Lazise e fino al resto del lago. Una tragedia, insomma. In molti parlano di un miracolo sul fatto che la conduttura non si sia aperta, mentre sono iniziati i lavori per riposizionarla sul fondale, la sua posizione originaria. Ma c’è chi ritiene che non si possa più aspettare con i cantieri per il nuovo collettore. L’attuale ha circa quarant’anni, mentre il progetto prevede di raddoppiarlo e di allestirlo non più sott’acqua, ma sulla terraferma. Peccato che servano 220 milioni di euro.
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