Bozzoli, arrivato l’esercito per i rottami

Militari e mezzi giunti martedì 15 per caricare i materiali da inviare in una caserma di Milano. Si verificheranno tracce dell'imprenditore sparito.

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Foto da Bresciaoggi

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(red.) Martedì 15 marzo la fonderia Bozzoli di via Gitti a Marcheno, nel bresciano, è tornata al centro delle cronache. Stavolta, per l’arrivo dell’esercito incaricato di raccogliere le scorie e rottami da lavorazione per essere destinati a una caserma in provincia di Milano. La presenza di uomini e mezzi militari era stata annunciata nei giorni precedenti e puntualmente si è verificata. La mattina hanno raggiunto lo stabilimento insieme ai carabinieri di Gardone Valtrompia per definire il lavoro e iniziare il carico dei materiali. Altri si trovano alla Fabbrica d’Armi Beretta dove erano stati portati per far posto a tutti i rottami rimanenti nella ditta marchenese. Tutto sarà poi inviato in terra meneghina dove l’anatomopatologa Cristina Cattaneo potrà riprendere l’esame per verificare la presenza di tracce dell’imprenditore Mario Bozzoli, scomparso dall’8 ottobre.
La procura di Brescia, che indaga su quattro persone, ritiene che il datore di lavoro sia stato gettato in uno dei forni. Per questo motivo sono stati formalmente accusati due dipendenti Oscar Maggi e Akwasi Aboakye e i nipoti dello scomparso, Alex e Giacomo Bozzoli. Sono indiziati di omicidio volontario in concorso e distruzione di cadavere. Giovedì 17 marzo tornerà in azienda anche il sindacalista Stefano Olivari della Cisl per affrontare la situazione economica dell’azienda. Nonostante il dissequestro sia avvenuto a gennaio, l’attività lavorativa non riesce a decollare. Il motivo riguarda la mancanza di liquidità per la quale Adelio Bozzoli, fratello del datore di lavoro sparito, ha chiesto aiuto agli istituti di credito. Un panorama che preoccupa anche i dipendenti, visto che senza l’inizio certo dell’attività non possono percepire nemmeno la cassa integrazione.

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