Bozzoli, esercito per spostare le scorie

La procura ha chiesto e ottenuto di impiegare mezzi e uomini per trasferire i rottami da Marcheno a Milano. Si cercano ancora tracce di Mario.

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Bozzoli(red.) Alla fonderia Bozzoli di Marcheno, nel bresciano, teatro della misteriosa sparizione del datore di lavoro Mario Bozzoli avvenuta l’8 ottobre, entra in campo anche l’esercito. I militari, con l’aiuto dei loro mezzi, saranno impiegati per spostare il vasto materiale di rottami, scorie e lingotti che si trovano ancora all’interno dei capannoni. La richiesta di più forze, per poter velocizzare i controlli da parte dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, è stata formulata dalla procura di Brescia e accolta dal giudice delle indagini preliminari. Attualmente una percentuale molto ridotta si trova in un sito di stoccaggio a Milano, città dove lavora l’esperta. Ma la gran parte dei materiali da analizzare è divisa tra Marcheno e la Beretta Armi di Gardone Valtrompia. Per questo motivo, nei giorni successivi a mercoledì 24 febbraio ci sarà un movimento di mezzi e volontari dell’esercito per trasferire l’intera produzione di rottami accantonati, verso una caserma meneghina.
In questo modo, i test per trovare eventuali tracce dell’imprenditore bresciano potranno prendere un’accelerazione. Intanto, le ultime novità parlano del ritrovamento di cinque proiettili di pistola tra gli stessi materiali. In realtà, non sono compatibili con le armi che hanno alcuni operai della fonderia, mentre è facile che questi oggetti possano finire tra i materiali da lavorare. Dal punto di vista giudiziario, restano indagati gli operai Oscar Maggi e Akwasi Aboagye, già interrogati e i due nipoti Alex e Giacomo Bozzoli, ancora da sentire. L’accusa per tutti, da parte del pubblico ministero Alberto Rossi, è di omicidio volontario e distruzione di cadavere. A questa, si aggiunge l’inchiesta parallela sulla morte dell’operaio Giuseppe Ghirardini per la quale la procura ipotizza il suicidio. Una teoria alla quale i familiari non credono. Intanto, l’attività produttiva non è ancora ripresa dopo il dissequestro dell’azienda dal 13 gennaio.

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