Rizzi, interrogatorio e legami con Brescia

Il presidente della commissione regionale della Sanità, finito agli arresti per presunti appalti condizionato, giovedì 18 sarà sentito dal giudice.

Rizzi(red.) Giovedì 18 febbraio è il giorno dell’interrogatorio per la convalida del fermo di Fabio Rizzi, il consigliere regionale della Lega Nord (sospeso dal partito dal segretario Matteo Salvini), presidente della commissione Sanità al Pirellone e autore proprio della riforma del settore. L’inchiesta condotta dalla procura di Monza lo coinvolge in un presunto giro di appalti pubblici nel campo della sanità. In particolare, nei servizi odontoiatrici, forse condizionati dalla corruzione di funzionari pubblici per opera dell’imprenditrice Canegrati che viene considerata alla base della presunta associazione a delinquere. Nel corso di un’altra perquisizione, mercoledì 17 nella casa di Rizzi sono stati trovati 15 mila euro in contanti, mentre dalle intercettazioni emerge il filo diretto con alcune strutture sanitarie bresciane ritenute “amiche”.
Nei dialoghi si parla delle aziende ospedaliere di Chiari, Valcamonica e Desenzano presso le quali il presidente della commissione Sanità si sarebbe appoggiato. In una mail intercettata, un medico odontoiatrico scrive di rinunciare a una proposta di incarico nelle strutture di Esine e Leno. Una serie di operazioni anche per stringere legami tra la Regione Lombardia e il Brasile. In questo modo, secondo l’accusa e leggendo dalle intercettazioni, Rizzi avrebbe procurato una serie di sponsorizzazioni in cambio di milioni di euro. Ciò che viene definita “operazione giusta”, per poter “pagare il mutuo da 5 mila euro”, visto che Rizzi, degli 8 mila al mese, 1.500 li verserebbe alla Lega Nord come quota.

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