Dissesti, si aprono 1,7 milioni di cantieri

Fa parte dei 10 milioni stanziati nel triennio 2013-15. Undici interventi già conclusi, altri quasi terminati e in apertura. Valcamonica critica.

Frana(red.) Sul fronte del dissesto idrogeologico, che è tornato di attualità visti i numerosi episodi di frane, in provincia di Brescia sul 2015 sono stati stanziati 1,7 milioni di euro per eseguire vari interventi di messa in sicurezza sui torrenti. La somma fa parte del piano generale da 10 milioni distribuiti dal 2013 al 2015 nell’ambito della strategia adottata dalla Regione Lombardia per opera dell’assessore al Territorio Viviana Beccalossi. Nel 2013, secondo quanto scrive Bresciaoggi, sono stati aperti e terminati undici cantieri per un importo di quasi 2,5 milioni di euro in tutta la provincia e dove a farla da padrone è stata la Valtrompia. Nel 2014, invece, sono stati stanziati 6,1 milioni per eseguire due interventi a Sonico e gli argini lungo il fiume Oglio per proteggere le case e aree industriali di Esine, Piancogno e Cividate Camuno. Per questi, i cantieri si sono quasi conclusi, mentre un’altra opera a Sonico sarà compiuta entro aprile del 2016. Per quanto riguarda, infine, il 2015, la Regione ha messo a disposizione 1,7 milioni di euro per una serie di interventi che saranno compiuti.
I più onerosi sono il ripristino del muro di sponda al fiume Chiese a Idro, lavori sui torrenti di Bovegno, Concesio, Polaveno e Gardone Valtrompia e le soglie del Re e Palobbia a Cimbergo e Ceto. A questi, ma in un altro ambito, si aggiungono 48 milioni di euro per costruire la galleria di bypass sul lago d’Idro i cui lavori inizieranno in estate. Sul 2016 e gli anni successivi, invece, non è arrivata ancora alcuna indicazione. Ma sullo stanziamento di risorse, i più critici sono i Comuni della Valcamonica che considerano i fondi insufficienti. Le zone più penalizzate sono Corteno Golgi, Malonno e Sonico dove spesso si verificano movimenti franosi o problemi derivanti dal fiume Rabbia. Da questo punto di vista, uno studio finanziato dalla Comunità montana prevede che ci vogliano circa 90 milioni di euro per sistemare tutte le situazioni. Una cifra ben lontana dallo stanziamento concreto. Per questo motivo si punta soprattutto sulle priorità.

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