Bozzoli, ripresa del lavoro sarà lunga

Da mercoledì 27 la fonderia di Marcheno non è più sotto sequestro. Ma i tempi sono incerti. Dipendenti senza stipendio.

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Bozzoli(red.) Alla fonderia Bozzoli di Marcheno, nel bresciano, al centro della vicenda per la scomparsa dell’imprenditore Mario Bozzoli dall’8 ottobre, il dissequestro è arrivato, ma si attende la ripresa dell’attività. Il decreto con cui sono stati rimossi i sigilli all’azienda di via Gitti è stato firmato dal sostituto procuratore di Brescia Alberto Rossi mercoledì 27 gennaio. Dal punto di vista del lavoro, però, si prevedono tempi lunghi. Giovedì 28 i vertici della fonderia hanno avuto una riunione con i consulenti per verificare lo stato in cui versano macchinari e forni. La ditta, infatti, è rimasta ferma per tre mesi e uno degli impianti, quello in cui gli inquirenti ritengono sia stato bruciato il corpo del datore di lavoro, è stato smontato in ogni parte. Venerdì 29 ci sarà un nuovo incontro in fabbrica per definire il programma da mettere in atto e il calendario per la ripresa dei turni di lavoro.
La preoccupazione più grande, secondo i sindacati, è quella degli operai che hanno ricevuto l’ultimo stipendio solo a ottobre. Dal 13 di quel mese sono in cassa integrazione, ma non hanno potuto usufruirne perché l’Inps attende una data ufficiale per la ripresa del lavoro. Ritornare all’attività, insomma, sarà complesso. Si parla di circa 10 milioni di euro di possibili commesse andati in fumo dopo la vicenda, mentre i dipendenti attendono i loro compensi, ma i macchinari sono ancora da riassettare. Dal punto di vista giudiziario, i Ris di Parma hanno eseguito i primi esami irripetibili sulle tracce prelevate dai forni, mentre restano indagati per omicidio e distruzione di cadavere i due dipendenti Oscar Maggi e Akwasi Aboagye e i nipoti di Mario Bozzoli, Alex e Giacomo.

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