Bozzoli, incerta la ripresa dell’attività

Mercoledì 27 la fonderia di Marcheno è stata dissequestrata. Gli operai possono tornare al lavoro, ma l'inizio è incerto dopo tre mesi di fermo.

Bozzoli(red.) Dalla tarda mattina di mercoledì 27 gennaio la fonderia Bozzoli di Marcheno, nel bresciano, non è più sotto sequestro. Il datore di lavoro Adelio Bozzoli, fratello di Mario scomparso dall’8 ottobre quando è stato visto in fabbrica l’ultima volta, ha raggiunto lo stabilimento con i carabinieri. E’ stato il momento di rimuovere i sigilli sui luoghi dell’attività produttiva e sugli uffici, riconsegnando lo stabilimento alla proprietà. E’ ancora difficile sapere quando la produzione potrà riprendere, visto che i macchinari sono rimasti fermi per tre mesi e ci sono varie situazioni da sistemare. A partire dai rapporti con i fornitori per poter recuperare alcune commesse, visto che secondo una prima stima sarebbero sfumati lavori per 10 milioni di euro. Dal punto di vista dei 17 operai, nel momento in cui potranno tornare all’opera tra i macchinari si vedranno riconoscere la cassa integrazione cui sono soggetti dal 13 ottobre.
I sindacati attendevano proprio per questo motivo il dissequestro dell’azienda e hanno chiesto alla proprietà una data indicativa in cui potrebbe riprendere l’attività. L’Inps, infatti, potrà riconoscere gli ammortizzatori sociali solo in quel momento. Adelio Bozzoli ha ringraziato la procura di Brescia per il lavoro che ha eseguito, ma le indagini sulla sparizione di Mario e la morte dell’operaio Giuseppe Ghirardini vanno avanti. L’unica certezza è rappresentata dai due operai Oscar Maggi e Akwasi Aboagye e dai nipoti di Mario Bozzoli, Alex e Giacomo, indagati per concorso in omicidio e distruzione di cadavere. L’anatomopatologa Cristina Cattaneo andrà avanti nel setaccio dei materiali alla ricerca di possibili tracce dell’imprenditore scomparso dall’8 ottobre.

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