Sesso con Hiv, 56enne non risponde a gip

Martedì 19, nell'interrogatorio di garanzia, l'uomo non ha detto nulla al giudice. Arrestato dopo aver consumato rapporti non protetti con giovani.

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Hiv(red.) La mattina di martedì 19 gennaio è stato il momento topico, al fine delle indagini, per la vicenda del 56enne Claudio Tonoli che ha avuto rapporti sessuali non protetti a pagamento con diversi ragazzi, nonostante abbia contratto l’Hiv. L’uomo, arrestato sabato 16 dalla polizia locale di Montichiari e ai domiciliari, è stato sentito dal giudice delle indagini preliminari di Brescia Giovanni Pagliuca per l’interrogatorio di garanzia, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Residente con la madre a Collebeato, nel bresciano e non sposato, deve chiarire per quale motivo abbia voluto compiere quelle prestazioni con diversi giovani, sembra una trentina. Nelle prime battute aveva detto di voler vendicarsi per aver contratto il virus nello stesso modo, ma il giudice e gli inquirenti vogliono vederci chiaro. Con lui sono indagate altre quattro persone, tutte con l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile, lesioni aggravate e detenzione di materiale pedopornografico.
La polizia locale di Montichiari che ha condotto l’operazione parla, tra chi è accusato, anche di un 41enne che era già stato arrestato il 27 novembre dopo essere stato beccato in auto con un 17enne. Proprio il giovane avrebbe avuto rapporti e contatti con l’uomo, con Tonoli e gli altri tre facendo partire le indagini. In casa degli indagati sono state trovate anche centinaia di migliaia di fotografie che mostrano i ragazzi in atteggiamenti intimi. Una circostanza che ha portato gli agenti ad appellarsi ai ragazzi, adescati e coinvolti nei rapporti sessuali, per fare il test dell’Hiv. Nelle ultime ore precedenti a martedì 19 gennaio solo due si sarebbero presentati. E’ chiaro che dal punto di vista indiziario, se venisse confermato che almeno un ragazzo è stato contagiato, la posizione del 56enne si aggraverebbe. Intanto le indagini proseguono anche su internet, visto che le giovani vittime venivano attratte dai loro aguzzini proprio dai social network e siti vari.

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