Giovanna e Camilla, ispettori al Civile

Sono arrivati martedì 5 per raccogliere tutti gli elementi dopo l'indagine avviata nella struttura per la doppia morte. Dg Belleri: infezione presa all'esterno.

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Civile(red.) Nella giornata di martedì 5 gennaio sono arrivati all’ospedale Civile di Brescia dodici ispettori del ministero della Salute incaricati da Beatrice Lorenzin di raccogliere tutti gli elementi utili nella vicenda della morte di Giovanna Lazzari e della figlia Camilla che portava in grembo. Dopo l’ultimo saluto di lunedì 4 a Rezzato, quindi, si prosegue sulla pista delle indagini per capire tutte le pratiche portate avanti per impedire i loro decessi, avvenuti invece a distanza di poche ore giovedì 31 dicembre. Per conoscere gli esiti ufficiali dell’autopsia eseguita sui corpi sabato 2 gennaio si dovrà aspettare qualche settimana, ma il direttore generale del Civile Ezio Belleri ha anticipato che si sarebbe trattata di un’infezione da streptococco. Un batterio che si può trovare nella vita normale e venirne a contatto, ma che può provocare una serie di conseguenze tragiche sulle persone più fragili, in particolare proprio le donne in stato di gravidanza.
In ogni caso, il dg della struttura sanitaria ritiene che l’infezione sia stata presa all’esterno, levando ogni responsabilità dall’ospedale. Ma la direzione ha voluto avviare comunque un’indagine interna per verificare il comportamento dei medici presenti nel reparto di Ostetricia e che si sono occupati dei parti. Gli ispettori del ministero, inviati anche negli altri paesi dove si sono verificati casi simili a quello bresciano, hanno acquisito tutta la documentazione fornita dall’ospedale. Dall’altra parte prosegue anche l’inchiesta della procura, coordinata dal pubblico ministero Ambrogio Cassiani, con l’accusa di omicidio colposo a carico di ignoti. L’indagine giudiziaria ha preso spunto dall’esposto presentato dal compagno di Giovanna Lazzari, Roberto Coppini, che ha mostrato alcuni messaggi ricevuti da parte della donna. Sms in cui veniva indicata la presunta trascuratezza nei confronti della giovane che avrebbe dovuto partorire nei quindici giorni successivi.
In particolare, l’attenzione della procura è rivolta verso sette medici presenti in reparto quel 31 dicembre per capire come si siano comportati. Non è escluso anche che possa essersi trattata di stanchezza del personale, visto che tra il 30 e il 31 dicembre si sarebbero svolti sette parti. Tra questi, quattro sarebbero stati definiti “normali” e gli altri tre “problematici”. La morte di Giovanna e della piccola Camilla, quindi, potrebbe essere frutto di una casualità, mentre si è alzata la voce dei medici anestesisti italiani che si sono rivolti al ministro Lorenzin sul caso di Brescia e gli altri episodi. Confessano che capita di dover operare in condizioni critiche, ma “la professionalità è sempre dimostrata”. E il compagno di Giovanna, che avrebbe dovuto sposare la donna nella chiesa di Rezzato nel corso del 2016, continua a chiedere chiarezza su cosa sia avvenuto in ospedale.

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