Castenedolo, perizia sul sangue di Musini

Un tecnico incaricato dovrà valutare la provenienza delle tracce ematiche trovate sui pantaloni dell'uomo accusato del delitto della moglie Anna Mura.

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Castenedolo(red.) Il tribunale di Brescia ha nominato un perito che eseguirà alcuni accertamenti sul sangue trovato sui pantaloni di Alessandro Musini, il 50enne in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie Anna Mura. La donna era stata rinvenuta priva di vita da uno dei due figli il 4 marzo del 2015 nella casa di via Matteotti a Castenedolo, nel bresciano. L’uomo da quel momento è detenuto nel carcere di Canton Mombello, ma si è sempre professato innocente. Dal punto di vista delle indagini, non sono state trovate l’arma del delitto e nemmeno tracce di Musini sul corpo della moglie. Gli unici indizi sono quelli del sangue presente sugli abiti dell’uomo e giustificati dall’accusato nel momento in cui avrebbe mosso la compagna per verificare cosa le fosse successo. A spingere l’uomo verso il carcere sembra sia stata la fuga di più di 24 ore che aveva compiuto il giorno del dramma. Il 50enne si era giustificato con la paura di aver visto la donna morta e quindi di voler andare lontano.
Agli inquirenti ha anche fornito una versione in parte compatibile, come la visione della tv la mattina di quel giorno prima di uscire per un paio di ore. Poi il ritrovamento della donna priva di vita e, infine, la fuga. Ma era stato rintracciato, identificato e portato in carcere. Più volte il suo avvocato Ennio Buffoli, di fronte alla presunta mancanza di prove, aveva chiesto al giudice delle indagini preliminari e al Riesame di Brescia di liberare il suo assistito. Istanza, però, sempre respinta. Il pubblico ministero a capo dell’accusa, Francesco Piantoni, aveva ottenuto una perizia per certificare la provenienza del sangue sui pantaloni di Musini. I Ris di Parma non hanno avuto elementi necessari e per questo motivo è stato disposto un incidente probatorio imparziale.

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