Provaglio, Elio Cadei resta in carcere

Mercoledì 18 novembre l'uomo accusato di aver ucciso la compagna Simona Simonini è stato interrogato dal gip. "Ha comportamento violento".

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Foto da Bresciaoggi

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(red.) Elio Cadei, il 46enne di Provaglio d’Iseo, nel bresciano, accusato di aver ucciso la compagna Simona Simonini di 42 anni, trovata morta lunedì mattina 16 novembre nel letto, resta in carcere. Lo ha deciso il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Brescia Lorenzo Benini che mercoledì 18 ha interrogato l’uomo nell’istituto di pena di Canton Mombello. Il fermo non è stato convalidato perché non si configurerebbe il pericolo di fuga, ma continua a essere detenuto perché il suo comportamento sarebbe violento. Dopo aver parlato con il suo avvocato Gianfranco Abate, il 46enne non ha detto nulla di nuovo nelle dichiarazioni spontanee. Ha confermato la versione secondo la quale lui e la compagna, nella casa di via Regina Elena, avrebbero assunto alcol e sostanze stupefacenti intorno alle 21,30 di domenica 15 novembre. Poi l’uomo avrebbe trovato Simona priva di vita la mattina successiva.
L’esito dell’autopsia disposta dal pubblico ministero Lara Ghirardi e che sarà indicato in una relazione ancora da depositare, parla di un labbro rotto e diverse ferite alla testa. Secondo gli inquirenti, non ci sarebbero dubbi che la donna sia stata uccisa a calci e pugni al termine di una relazione che ha visto molte liti. Ma secondo il legale del recluso, i segni rinvenuti sul cadavere non sarebbero determinanti per far giungere alla conclusione che sia stata uccisa. Per questo motivo chiede prudenza prima di lanciare accuse su un presunto omicidio volontario. Mercoledì 18 novembre il pm Ghirardi ha incontrato i carabinieri per fare il punto sulle indagini e chiesto un esame supplementare sul corpo della donna. Si vuole capire se avesse realmente preso alcol e droghe con l’uomo quella sera. Quella tra Cadei e Simonini era un’attrazione fatale, tanto che la donna avrebbe spesso denunciato di essere stata vittima delle violenze del 46enne, ma poi aveva sempre ritrattato.
La stessa situazione si presentò nel 2010 quando sarebbe stata picchiata per l’ennesima volta e si sarebbe difesa con un paio di forbici. Ma poi aveva detto di essersi fatta male da sola. Sulla scena del presunto delitto sono state anche trovate delle macchie di sangue nel corridoio che porta da una stanza verso la camera da letto. In più, porta d’ingresso e garage erano stati chiusi dall’interno e quindi è confermato che non sia entrato nessuno da fuori. A questo si aggiunge il fatto che l’uomo ha una ferita a un piede e questo ha fatto pensare agli inquirenti che potrebbe aver colpito la donna a calci, per poi trascinarla nel letto. Sul fronte delle indagini si aspetta di conoscere i risultati finali dell’autopsia e degli esami tossicologici.

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