Ecomafie, il caso di Brescia al centro

Audizioni della commissione parlamentare su discariche e veleni presenti in provincia. Il problema più grande resta il traffico dei rifiuti.

berzo demo ex selca rifiuti(red.) E’ stata una prima giornata di audizioni e sopralluoghi quella di martedì 16 giugno per l’arrivo a Brescia della commissione parlamentare d’inchiesta sulle Ecomafie. Dei membri c’erano Alberto Zolezzi (M5s), Bartolomeo Pepe (Verdi), Paolo Arrigoni (Lega Nord), Stefano Vignaroli (M5s), Miriam Cominelli (Pd) e il consigliere Mauro De Marco. Tra i sentiti, il procuratore generale della Corte d’Appello Giovanni Maria Dell’Osso ha detto che discariche abusive in provincia non ci sono più, ma continua il traffico illecito dei rifiuti e “per questo motivo controlliamo ogni operazione dall’estero”. Nel panorama si punta un occhio, per esempio, all’australiana Tomago che mandò rifiuti speciali da trattare all’ex Selca di Berzo Demo, ma poi fallita.
Alle audizioni hanno partecipato anche Codisa, Sos Terra, Legambiente e lo storico Marino Ruzzenenti che si è soffermato sulle diossine della Caffaro e chiesto un serio piano di bonifica. All’attenzione della commissione sono stati portati anche i 57 milioni di metri cubi di rifiuti che sarebbero presenti a Brescia, cinque volte di più, secondo Ruzzenenti, rispetto ai 10 milioni della Terra dei fuochi della Campania. Le associazioni hanno reso note anche la discarica di amianto Profacta di via Brocchi a Buffalora e la richiesta formulata da Padana Green di un’altra a Montichiari. La commissione ha avuto dettagli anche su Pianerino, Pianera, Vallosa, Bosco Stella e l’ex acciaieria Selca di Berzo Demo dove ha tenuto un sopralluogo.

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