Macogna, primi materiali in discarica

Dal 3 giugno venti camion al giorno scaricano pezzi edili di scarto. Per i rifiuti industriali bisogna aspettare la sentenza del Tar tra un anno.

Macogna(red.) Sono iniziati gli scarichi nella cava Macogna, nel bresciano, dopo le polemiche e i presidi delle scorse settimane per un sito che i Comuni vicini della bassa bresciana e Franciacorta, cittadini e associazioni non vogliono. Qui dovrebbero finire milioni di metri cubi di scarti industriali inerti della Drr di San Polo per i quali la Provincia di Brescia ha autorizzato i lavori. Ma su tutto questo il Tar di Brescia è chiamato a decidere nel giugno del 2016.
Intanto dallo scorso 3 giugno venti camion al giorno raggiungono il sito per scaricare materiali edili inerti dell’Expo, l’unica cosa che possono al momento. Per i rifiuti industriali, che secondo l’Asl rischiano di contaminare la falda, bisognerà attendere la giustizia amministrativa. In ogni caso i cittadini e comitati hanno ottenuto di poter controllare volta per volta, anche con dei campioni, cosa viene portato in discarica. E se l’accordo dovesse essere infranto si dicono pronti ad agire e fermare i mezzi. Dall’altra parte il Broletto conferma che non alzerà i limiti dell’eluato previsti per scaricare e che metterebbe a rischio la falda sotterranea. fino a che non si sarà il pronunciamento del Tar».
In attesa della sentenza del Tar, il consulente tecnico d’ufficio Laura Longoni sta verificando le analisi dell’Asl di Brescia che parlava di rischi per l’ambiente visto che la discarica si trova a poco meno di un metro e mezzo dall’approvvigionamento di acqua da parte di alcune case e allevamenti. Resta da capire anche la posizione della Regione Lombardia che potrebbe rivedere il piano e puntare sull’indice di pressione. In zona, infatti, sono già presenti altre discariche.

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