Brescia, “Ordinanze sul Pcb fuori legge”

Secondo un articolo de Il Fatto Quotidiano, l'Asl è intervenuta senza realizzare l'analisi di rischio prevista dalla legge.

caffaro brescia solidale 1(red.) a Taranto il primo cittadino ha deciso di vietare alla cittadinanza parchi dove le concentrazioni di Pcb sono 0,283 microgrammi per chilogrammo. A Brescia invece, nei parchi con 0,400 mg/kg di Pcb l’accesso non è vietato a nessuno, a patto che non si asporti terra o non si scavi. nel quartiere Tamburi, all’ombra dell’Ilva, sono vietate le aree verdi con 24,12 ngTEQ/kg (tossicità equivalente alla diossina di Seveso). A Brescia l’ordinanza del sindaco, scritta sulla base di un parere dell’Asl, consente l’accesso nei parchi con 80,8 ngTEQ/kg di diossine, una concentrazione quasi quattro volte superiore.
Interessante inchiesta di Andrea Tornago su Il Fatto Quotidiano. Sollecitato da alcune associazioni, il giornalista ha paragonato il Sin Caffaro, l’area cittadina contaminata a sud di via Milano, con l’area circostante all’Ilva di Taranto, quartiere Tamburi, zona a ridosso delle ciminiere dell’acciaieria più grande d’Europa.
Per l’inquinamento dei suoli, si legge nell’articolo, la legge prevede delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC). Per i siti ad “uso verde pubblico, privato e residenziale” – secondo quanto stabilito dal D. lgs 152/2006 – i livelli massimi di Pcb e diossine sono di 0,06 mg/kg e 10 ngTEQ/kg. Soglie superate sia nel caso di Brescia che in quello di Taranto, per cui è necessaria una “analisi di rischio sanitario e ambientale” per “valutare gli effetti sulla salute umana derivanti dall’esposizione prolungata all’azione delle sostanze presenti”. L’analisi di rischio, a Taranto, ha portato alla chiusura delle aree verdi del quartiere Tamburi con un’ordinanza del giugno 2010.
A Brescia, spiega il cronista, dove le concentrazioni soglia sono molto al di sopra di quelle di Taranto, l’Asl ha deciso – senza analisi di rischio “sito-specifica” – di dividere il sito inquinato in tre aree: blu, gialla e rossa. Nella “zona rossa” l’accesso è “interdetto a qualsiasi uso” (parchi di via Nullo, Passo Gavia, via Parenzo nord, via Sorbana nord, campo Calvesi), in quella gialla è consentito “con limitazioni” (parchi di via Fura, via Livorno, via Parenzo sud, via Ercoliani, via Sorbana sud, via Cacciamali). Ma nell’area gialla, dove giocano anche i bambini, ci sono concentrazioni di Pcb e diossine da due a quattro volte superiori rispetto a quelle di Taranto e oltre ai veleni chimici, a Brescia, in quei terreni, sono presenti anche metalli pesanti come mercurio, arsenico e rame.

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