Eterologa, “no a nuovo caso Stamina”

Regione Lombardia teme gli effetti di un vuoto normativo e chiede che arrivi presto una legge che tuteli donne ed embrioni.

(red.) «Regione Lombardia ritiene necessario che, sul tema della fecondazione eterologa, ci sia un pronunciamento in tempi rapidi da parte del Parlamento, che deve stabilire norme chiare e precise, in modo da superare l’attuale fase di incertezza. In questo senso, Regione Lombardia considera prioritario e indispensabile garantire la massima tutela agli embrioni e alle donne».
E’ quanto si legge in una nota dell’Assessorato alla Salute della Regione Lombardia Mario Mantovani. La Legge 40 del 2004 escludeva la possibilità di ricorrere alla fecondazione eterologa. La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo questo divieto. Il decreto del ministro della Sanità, che avrebbe dovuto fissare le regole su questa materia, è stato sospeso e la decisione è stata rinviata al lavoro del Parlamento.
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Una legge che disciplini la materia è indispensabile», prosegue la nota, «per evitare il rischio che si verifichi un secondo ‘caso Stamina’ e che ci siano nuovamente incertezza legislativa e conflitti tra Istituzioni. La deregulation su questa materia è inaccettabile e, allo stesso tempo, non appaiono condivisibili le fughe in avanti. In assenza di norme puntuali, il pericolo è infatti quello di veder prevalere logiche diverse da quelle della sicurezza e della tutela di tutti i soggetti coinvolti».
La mancanza di decisioni da parte del Parlamento, per il citato caso Stamina, ha gettato nel caos gli Spedali Civili di Brescia.«
In caso di ritardi o mancate decisioni da parte del Parlamento, Regione Lombardia è disponibile a valutare l’eventuale emanazione di atti di governo transitori, per offrire alle strutture lombarde norme e protocolli definiti»

 

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