Legambiente: «Profacta, discarica vista parco»

Per il cigno verde è «impossibile la convivenza del parco pubblico con la discarica di amianto di via Brocchi di proprietà del gruppo Faustini».

(red.) Sono due  le cave bresciane di proprietà del gruppo Faustini  oggetto di progetti di riqualificazione: l’ATE (ambito territoriale estrattivo)  20, via dei Santi – via Bose, che ospiterà una Residenza sanitaria assitita (Rsa) ; l’ATE 23, via Cerca – via Brocchi, sarà invece destinato a parco pubblico.
Il Piano Attuativo presentato dal gruppo Faustini è attualmente oggetto di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) da parte del Comune di Brescia.
Nell’ultima conferenza dei servizi per la VAS è stato sollevato da Legambiente un problema di non poco conto: l’impossibile convivenza del parco pubblico con la discarica di amianto di via Brocchi di proprietà Profacta, gruppo Faustini, che si trova nelle immediate vicinanze dell’ATE 23 e, in parte, è interna allo stesso.
La discarica, dopo un iniziale conferimento, è ora inattiva, in attesa del rinnovo dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale). L’area destinata al  conferimento dell’amianto è immediatamente a ridosso del futuro “parco”, adiacente in lato nord a via Brocchi; il capannone destinato ad accogliere i camion carichi di amianto, per il controllo dei pacchi e il successivo smistamento in discarica, è all’interno del parco. Lo stesso parco dovrebbe essere attraversato dai mezzi pesanti che trasportano l’amianto in discarica.
«A nostro parere- afferma Legambiente Brescia- per molti e fondati motivi già espressi in svariate sedi istituzionali, quella discarica non può essere realizzata lì, a ridosso delle case e pericolosamente vicina alla falda acquifera, e il progetto di parco è un ulteriore elemento ostativo».
«Ma la “creatività” degli imprenditori locali è inesauribile, e sono state trovate soluzioni geniali per i problemi sollevati. Il gruppo Faustini- continua il cigno verde- ha presentato nuovi documenti che dimostrano che il  capannone di smistamento dell’amianto ora non è più nella zona del parco. L’hanno spostato? No; è stato ridisegnato il confine dell’area oggetto di Vas, escludendo con un colpo di penna le attrezzature complementari della discarica dal progetto di parco pubblico. Il capannone è sempre lì, circondato da tre lati dal futuro parco, ma formalmente ne è fuori. Così si salvano capra e cavoli».
«E’ stato necessario più impegno- evidenzaino gli ambientalisti bresciani- per il problema dei camion che dovrebbero attraversare il parco, ed è stato ipotizzato un percorso alternativo: i mezzi pesanti in arrivo da via Serenissima raggiungeranno  la discarica transitando per via Cerca e via Brocchi. Queste stesse strade, però,  dovrebbero essere le vie di accesso al parco, tramite piste ciclabili e pedonali. La convivenza parrebbe complicata ma, come sempre, c’è una soluzione. Il gruppo Faustini assicura che “con l’apertura del parco pubblico, per consentire ai mezzi pesanti di conferire il materiale residuo in discarica,  sarà necessario realizzare un percorso ciclo-pedonale protetto di collegamento tra via Serenissima e l’ingresso al parco”. Protetto come, e con che percorso, non è dato sapere».
«Riteniamo- continua l’associazione ambientalista presieduta da Carmine Trecroci- che la Valutazione Ambientale Strategica  del Comune di Brescia debba approfondire  seriamente un aspetto così delicato per la realizzazione del Parco delle Cave, e chiediamo quindi ai settori comunali preposti una attenta e puntuale valutazione del problema».
«Facciamo inoltre presente che- conclude Legambiente- poiché sono stati presentati nuovi documenti che modificano il progetto iniziale presentato dal gruppo Faustini, Legambiente ha richiesto all’Autorità Procedente e Competente per la Vas del Comune di Brescia una proroga del termine per la presentazione di osservazioni da parte dei portatori di interesse, cittadini, associazioni e comitati. Restiamo in attesa di risposta. Ribadiamo, in conclusione, che il Parco delle Cave è una necessità, per la salvaguardia dell’ambiente e della salute, ma è evidentemente incompatibile con una discarica di amianto».

 

 

 

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