Stamina, tribunali divisi: da Verona solo No

In Italia le richieste accolte o negate si equivalgono. 7 richieste e 7 rigetti dalla magistratura scaligera. Non sono giudizio sulle infusioni di Brescia.

(red.) Non tutte le magistrature la pensano uguale su Stamina.
Il metodo sperimentato a Brescia da Vannoni e i suoi desta più di un dubbio anche tra molti giudici.
Come è noto, in effetti, diverse famiglie che hanno visto respinte le proprie richieste di infusioni si sono trasferite in un’altra città – e, quindi, sotto la giurisdizione di diversi tribunali del lavoro, ai quali spettano le competenze in materia – sperando di tramutare i “no” in “sì”. Le ordinanze bresciane, ad esempio, in passato sono state quasi tutte negative. Così, alcune famiglie hanno cambiato residenza.
Anche nella vicina Verona, i giudici non sono per nulla inclini ad accettare le richieste di chi vorrebbe avere accesso alle cellule Stamina.
Dal 2013, al tribunale della città di Romeo e Giulietta sono arrivate ben sette richieste, che hanno ricevuto un secco “no”. Sette istanze, sette rigetti.
La notizia, rivelata dal presidente del tribunale scaligero Gianfranco Gilardi sulle pagine del Corriere di Verona, è stata confermata dal giudice civile coordinatore della sezione lavoro Antonio Gesumunno.
Un’inversione di rotta nelle opinioni della magistratura? Non del tutto. Secondo quanto reso noto da Ezio Belleri, direttore generale degli Spedali Civili di Brescia, «negli ultimi due-tre mesi, le sentenze favorevoli a chi chiede le infusioni e quelle contrarie si equivalgono».
Prima dello stop imposto dai medici del Civile ai primi di aprile, erano 36 i pazienti in trattamento. Inoltre, ci sono 164 malati in lista d’attesa – dopo aver ottenuto un’ordinanza in tribunale – contro i 172 che hanno ricevuto una risposta negativa al proprio ricorso. A questi numeri, poi, si devono aggiungere i 64 giudizi ancora pendenti.
D’altra parte, il ministro della Giustizia Andrea Orlando l’aveva già spiegato in commissione Sanità lo scorso 23 luglio: «Le ordinanze dei giudici sono pronunce cautelari in attesa del merito e degli approfondimenti sulla validità scientifica del metodo Stamina». Non costituiscono, insomma, un «“giudicato” che stabilisca il punto di vista della giurisprudenza» ma una risposta all’esigenza di tempestività di alcune situazioni.

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