Scomparsa barista, il giallo si tinge di sangue

(red.) Allontanamento volontario e omicidio. Sono questi i due fronti di indagine su cui stanno lavorando inquirenti e forze dell’ordine per dare una risposta alla misteriosa scomparsa di Roberto Bracchi, il barista 52enne di Monticelli Brusati (Brescia), svanito nel nulla dal il 15 novembre del 2013, quando, attorno alle 8 di mattina, lasciò casa per effettuare alcuni acquisti per il bar «Giardino» di cui è titolare.
Da allora, più nessuna traccia di Bracchi. Secondo quanto ricostruito in base ai movimenti lasciati dal suo cellulare e al ritrovamento della sua vettura, abbandonata in una piazzola di parcheggio in aperta campagna a Travagliato, l’uomo avrebbe compiuto un tragitto “anomalo” per raggiungere il centro commerciale di Rodengo Saiano ove era diretto per le sue commissioni. Il 52enne, infatti, sarebbe passato per Camignone e Passirano prima di raggiungere Rodengo, dove si è fermato mezz’ora. Infine ha imboccato la tangenziale, fino a Travagliato, meta fuori zona rispetto all’itinerario di Bracchi.
Gli investigatori hanno trovato nell’auto il suo smartphone e alcune macchie di sangue sul tappetino del lato passeggero. L’ipotesi emersa negli ultimi giorni è che a guidare la Bmw X 1 di Roberto possa essere stata un’altra persona. Il che potrebbe condurre ad ipotizzare un tragico epilogo per il barista di Monticelli.
Familiari ed amici, infatti, escludono che l’uomo potesse avere motivi per un allontanamento volontario o per un gesto estremo. A giorni l’esito sul materiale organico isolato sull’auto.