Cassa integrazione per gli operai Beretta

L'armeria bresciana ha patito un crollo dei profitti del 10% in un anno. Non sono serviti investimenti e rilancio del marketing.

(red.) I nuovi investimenti e le nuove strategie di marketing non sono bastati alla Beretta per rialzarsi. L’armeria di Gardone Val Trompia nel 2013 ha registrato un netto calo degli utili, facendo segnare un -10%.
A motivare il calo di profitti è soprattutto il contenimento della spesa pubblica per la difesa. Ma dall’azienda puntano anche il dito contro i problemi burocratici riguardanti soprattutto i ritardi nelle consegne per le licenze di esportazione. Nuovi contatti con Roma sono stati presi e a giorni la questione dovrebbe risolversi velocizzando le pratiche.
Ma intanto l’anno è andato e i ricavi lasciati sono definitivamente persi. Franco Gussalli, vicepresidente della società, non si è limitato a criticare le autorità nazionali ma ha rimbrottato anche il sistema locale. “Non siamo capaci di fare sistema – ribadisce Gussalli -. Lo dimostra anche il caso di Exa. Noi crediamo sulle fiere in Italia, ma sull’appuntamento bresciano c’era troppa incertezza e quindi abbiamo preferito fare marcia indietro”.
Una situazione difficile che avrà le sue ripercussioni innanzitutto sui lavoratori di Gardone chiamati a turnare in cassa integrazione nei prossimi mesi per far fronte alla mancanza di commesse. Saranno in totale 170 (su quasi 900) gli operai gardonesi costretti a rotazione a fermarsi per qualche mese.

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