Brescia, l’inquinamento accorcia la vita

I dati emergono dallo studio «Respira», condotto sui bambini delle scuole elementari cittadine. Lo smog danneggia il Dna delle mucose orali.

(red.) Vivete a Brescia o comunque in uno dei Comuni della Pianura Padana? Sappiatelo: la vostra aspettativa di vita si riduce di 36 mesi (in media) a causa dell’inquinamento atmosferico.
Sono i dati (inquietanti) emersi nello studio «Respira» (Rischio esposizione inquinamento aria atmosferica), condotto dall’Unità di Igiene, epidemiologia e sanità pubblica in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria meccanica e industriale dell’Università, che ha coinvolto 181 bambini dai 3 ai 6 anni di sei scuole dell’infanzia comunali (Agosti, Agazzi, Cesare Abba, Zammarchi, Don Bosco, Rebuffone) di Brescia.
I risultati dell’indagine, realizzata dal 2011 a fine 2013, pubblicati sulla rivista scientifica «PlosOne», sono stati presentati lunedì 26 maggio da Francesco Donato, ordinario di Igiene generale e applicata all’Università di Brescia, a palazzo Loggia. Los tudio è stato finanziato da Regione Lombardia e dal Q-Tech Research and Study Centre dell’Università di Brescia e si è concluso a dicembre del 2013.
Gli studiosi hanno cercato di capire se esistono conseguenze dannose al Dna che possano favorire l’insorgenza di tumori.
E’ stato scelto di analizzare le conseguenze sui bambini perché soggetti più deboli e anche perché un eventuale danno genotossico può favorire lo svilupparsi di malattie in età adulta. Lo studio, è stato spiegato, ha messo in relazione l’esposizione a inquinanti atmosferici urbani con gli effetti biologici precoci nell’organismo dei bambini.
Le analisi preliminari dei campioni ambientali hanno mostrato come il Pm 5 (particolato fine) contiene idrocarburi policiclici aromatici e metalli, che possono generare conseguenze genotossiche. I risultati preliminari del test (per ora l’unico) condotto sulle cellule prelevate dalla mucosa orale di 152 bambini di tre scuole (su 224) indicano che il livello di danno al Dna è simile a quello rilevato in altre zone urbane.
I campionamenti effettuati nei mesi più freddi del 2012 e 2013 hanno mostrato elementi simili:  i bambini bresciani presentano danni al Dna delle cellule della mucosa orale, con un valore medio di 0,29%, mentre il livello medio in letteratura scientifica è pari a 0,11. Si tratterebbe però, è stato spiegato, di danni reversibili nelle mucose dei bambini perché vengono continuamente riparati dall’organismo. tuttavia si tratta di elementi che possono indicare  l’eventuale insorgenza di patologie croniche nell’età adulta.

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