«Fermare lo stoccaggio di metano»

Lo chiede il Coordinamento dei comitati ambientalisti lombardi, dopo l'avvio dei lavori di perforazione di 7 pozzi a Bordolano, sul confine bresciano.

(red.) «Fermare lo stoccaggio di metano» a Bordolano, paese al confine con il territorio bresciano. Lo chiede il Coordinamento dei comitati ambientalisti lombardi, dopo l’avvio dei lavori di perforazione di sette pozzi  edella costruzione di una centrale di pompaggio del gas naturale.
Come viene spiegato da Stogit sul suo sito, «nel 2006 Stogit ha avviato un progetto per convertire il giacimento ormai esaurito di Bordolano in un sito per lo stoccaggio di gas metano. Il giacimento a regime avrà una capacità di circa 1,2 miliardi di metri cubi di gas, di cui 400 milioni saranno disponibili già dall’inverno 2015 per le necessità energetiche del Paese».
«L’area sulla quale si estenderà il nuovo impianto interessa una superficie di circa 90.000 metri quadri e si trova a una distanza dall’abitato del Comune di Bordolano maggiore rispetto all’a ttuale. Il vecchio impianto sarà smantellato e l’area ripristinata per altri usi. Nel nuovo sito sarà realizzata una centrale di compressione e trattamento del gas che potrà contare su 9 pozzi (2 esistenti e 7 di nuova realizzazione) e su un metanodotto di circa 2 km di collegamento alla rete Snam».
L’azinedaspiega che «lo stoccaggio può avvenire, infatti, solo in giacimenti con caratteristiche geologiche tali da consentire di stoccare il gas in tutta sicurezza. Nel caso di Bordolano, lo spessore della roccia di copertura del deposito è pari a circa 450 metri e costituisce una barriera impermeabile ideale in grado di intrappolare il gas nelle porosità del giacimento sottostante. Numerosi test preliminari di iniezione hanno confermato l’idoneità del giacimento di Bordolano alla riconversione a stoccaggio».
Il giacimento di Bordolano si trova alla profondità di circa 1.500 metri sotto il livello del mare e si estende per 12 km in un’area che attraversa i Comuni di Bordolano, Quinzano d’Oglio e Castelvisconti. La nuova centrale e le costruzioni utili al suo funzionamentovengono realizzati nel solo Comune di Bordolano.
Non così la pensano gli ambientalisti che, affermano che «Bordolano, così come Bagnolo Mella e le aree attorno a Brugherio e nel Monzese, fanno parte di una zona compresa nella sorgente sismogenica, capace cioè di formare terremoti».
Gli impianti di Bagnolo Mella e di Capriano del Colle sono state sospese dalla conferenza dei servizi.
Esiste un provevdimento del ministero dell’Ambiente (datato agosto 2013) che dispone che qualora venisse registrata una scossa sismica uguale o superiore a magnitudo 3.0 in un raggio di 10 km dal pozzo di stoccaggio devono essere apporatati gli opportuni accorgimenti per far calare tale valore a 2.0.
Per gli ambientalisti, infatti, esisterebbe una stretta correlazione tra i lavori di stocacggio e le scosse rilevate, così come già accertato anche per i terremoti in Emilia Romagna.

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