Omicidio Gorni, il figlio dai carabinieri

A dieci anni dalla morte del padre, freddato a Borgosatollo, Pierangelo Gorni verrà risentito dai militari dell'Arma. Difficile però che emergano novità rilevanti.

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(red.) Certi dolori non si possono dimenticare e il tempo non sopisce la voglia di giustizia. Così, a dieci anni dalla misteriosa uccisione del padre, Pierangelo Gorni, dalla bacheca del suo profilo Facebook, si era profuso in accuse e rivelazioni. Fra queste una telefonata anonima che il giovane ricevette tre anni fa, e che avrebbe confidato verità importanti sui responsabili dell’esecuzione del padre Floriano.
Proprio in merito a ciò i carabinieri hanno deciso di interrogare nuovamente Pierangelo e capire se abbia nuovi elementi in grado di poter riaprire il caso. A dire la verità, però, Pierangelo si era già recato in Caserma per riferire della telefonata. Era l’inizio dell’estate di tre anni fa e il giovane si presentò in piazza Tebaldo Brusato e agli inquirenti parlò a lungo di quella voce registrata che gli consegnava nomi e cognomi di chi a suo dire, l’8 aprile del 2004, freddò suo papà nella Sciara delle ginestre a Castenedolo, lo spogliò di indumenti ed effetti personali, e diede fuoco alla sua autovettura, una Fiat Uno rossa trovata dai carabinieri a poca distanza. I militari seguirono la pista, che però finì in un vicolo cieco.  Le indagini riuscirono ad appurare che la telefonata arrivava da oltre confine. Circa i due nomi riferiti da Pierangelo Gorni, sentito a più riprese negli anni a seguire, l’inchiesta non ha mai portato a sviluppi apprezzabili per gli inquirenti nonostante attività compiute su più fronti.

Difficile che a tre anni di distanza le cose possano essere cambiate, ma altrettanto difficile pensare che Pierangelo riuscirà mai a darsi pace di una morte così assurda e violenta.

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