Se la Tav si beve il Lugana

Preoccupato il Consorzio di Tutela. I binari della linea veloce cancellerebbero «il 20% della superficie vitata». Interessati diversi produttori bresciani.

(red.) Gli ambientalisti l’hanno sottolineato in diverse occasioni.
La tratta verso est della linea Tav, che dovrebbe attraversare le colline moreniche del Basso Garda, mette a rischio diversi ettari di campagna tra Desenzano, Pozzolengo e Peschiera. E le preoccupazioni, a questo riguardo, non esistono solo a livello ecologico e paesaggistico.
L’assemblea dei soci del Consorzio Tutela Lugana doc, in occasione di una riunione svoltasi lo scorso 20 febbraio, ha dichiarato di non accettare «così come è stato concepito il passaggio Tav in area Lugana, come per altro già comunicato e ribadito in più occasioni nel corso dei vari anni a tutti i livelli istituzionali».
I produttori vinicoli bresciani, infatti, a causa del passaggio della strada ferrata, rischiano di perdere dai 225 ai 245 ettari di vigneti – estirpati o espropriati – corrispondenti a circa il 20% dell’intero territorio adibito alla produzione.
Secondo quanto affermato, ai 9 chilometri di binari in lunghezza andrebbero aggiunti 150 metri di larghezza, circa 135 ettari. A questi, poi, vanno aggiunti altri 80-90 ettari per le aree di cantiere e la dislocazione o l’ampliamento di 9 cavalcavia autostradali.
Per capire meglio la portata economica di un eventuale esproprio, basti pensare che, indicativamente, 10mila metri quadri di terreno ( 1 ettaro) possono valere 325mila euro. L’investimento necessario, quindi, si aggirerebbe tra i 73milioni e i 79 milioni di euro.
Parlando, poi, del buco nelle tasche dei produttori, secondo una stima  gli espropri varrebbero una somma compresa tra i 13 e i 14 milioni abbondanti di mancato fatturato. Una cifra estremamente importante.
Come possibile soluzione alternativa, l’assemblea dei soci ha suggerito «il potenziamento della linea storica, inteso come utilizzo degli attuali binari ma con più treni in transito aiutati dalle nuove tecnologie elettroniche per il controllo a distanza. Altrimenti quella del passaggio sottoterra con galleria naturale o sotto di 4-5 metri dal livello del terreno attuale in galleria artificiale».

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