Beagle liberati, via al processo per 13 attivisti

Martedì 25 marzo sono stati ascoltati in aula le forze dell'ordine presenti il 28 aprile 2012 al corteo animalista e i responsabili dell'azienda di Montichiari.

(red.) Era il 28 aprile del 2012 quando un gruppo di attivisti fece irruzione a Green Hill, l’allevamento di cani beagle di Montichiari, nel Bresciano, per liberare gli animali, soprattutto cuccioli.
Le foto della manifestazione fecero il giro del mondo e anche i filmati girati in quell’occasione ora sono oggetto di dibattimento in aula.
A giudizio ci sono 13 attivisti, quattro uomini e nove donne, imputati, a vario titolo, per  resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, furto, rapina e lesioni. Nel corso del dibattimento che si è svolto martedì 25 marzo a Brescia, si è tenuta anche una manifestazione di solidarietà agli animalisti, all’esterno del tribunale di via Lattanzio Gambara.
In aula hanno testimoniato le forze dell’ordine e alcuni rappresentanti dell’azienda: i carabinieri della compagnia di Desenzano del Garda, con il capitano Fabrizio Massimi, intervenuti con la Digos e la polizia locale. Secondo quanto raccontato dai responsabili della struttura, vennero tolti dalle gabbie 70 cani, tre dei quali furono poi restituiti, mentre il blitz animalista causò danni alla azienda stessa per un valore di 300mila euro: mille per ogni beagle rubato più 200mila per il resto. Roberto Bravi, direttore della sede operativa di Green Hill ha raccontato che, a causa dell’irruzione, gli animali erano entrati in contatto con batteri che causarono successivamente la morte di 20 cani per virus gastrointestinale della parvovirosi. Ma anche le fattrici manifestarono problemi con l’allattamento dei cuccioli. Correlazione che, però, per la difesa non è provabile. Il processo è aggiornato al 26 maggio.
Il 23 giugno, invece, è fissata la prima udienza del processo contro Green Hill, la società che gestiva l’allevamento di beagle a Montichiari, in provincia di Brescia.

 

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