E ora la retrocessione fa davvero paura
Martedì 25 marzo le rondinelle sono chiamate a una vittoria d'emergenza contro il Cittadella. Solo nel marzo 2007 si sfiorò la situazione attuale.
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(red.) Mai così male. La stagione sta per finire ma le sconfitte continuano a fioccare.
Dopo la quinta batosta di fila il Brescia naviga in acque davvero basse e cattive, con il mostro Siclla e Cariddi della zona play-out a turbare l’umore delle rondinelle. Davvero un paradosso per un team che era partito con le migliori prospettive. Ma le turbolenze di una presidenza vacillante, le defezioni degli allenatori e le contestazioni degli ultras sono riuscite ad abbattere anche quella che doveva essere una corazzata inaffondabile e invece ora appare come un canotto sgonfio, impaurito anche dalle più piccole onde avversarie. A nulla èservita per ora la presenza al timone di Ivo Iaconi, subentrato in corsa e reduce da tre sconfitte di fila.
Ora però, alla squadra, serve un colpo di reni, una prova d’orgoglio capace di spezzare la sfortuna e riportare la nave in acque più tranquille. Solo nel 2007, quando sulla panchina c’era Cosmi, il Brescia aveva saputo fare altrettando portandosi (anche allora e a fine marzo, il 31 precisamente) a tre punti dai play-out. Ma allora le rondinelle erano decime, ora sono quindiciesime.
Martedì Zambelli e compagni saranno nuovamente impegnati in campionato contro il Cittadella. E questa volta la vittoria è davvero un imperativo. Lo sa Ivo Iaconi che ha svolto domenica un allenamento a porte chiuse nel Rigamonti. Lo sanno i giocatori poco propensi a dribblare in campo, ma agili nello smarcarsi dai giornalisti a fine allenamento. Scherzi di una tensione che diventa sempre più pesante e rende lo spogliatoio una spessa coltre di paure e risentimenti e la gembe sempre più pesanti e incerte.
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