Valcamonica, «la Regione aiuti il turismo»
Gli albergatori della Valcamonica chiedono aiuti alla Lombardia per investire nelle strutture ricettive e svecchiare il servizio.
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(red.) Un aiuto al Pirellone. Questo è quanto chiedono gli albergatori della Valcamonica.
Nonostante i successi economici del comparto sciistico gli imprenditori turistici della zona non se la sentono di investire da soli e sono spaventati dalle possibili ripercussioni economiche. Un’impressione dovuta a un pessimismo delle condizioni economiche generali ma anche alla sensazione che il vento potrebbe cambiare e portare altrove le frotte di sciatori che ogni anno affollano le piste all’avanguardia di Ponte di Legno, di Temù e del Tonale. Se però gli impianti sono belli e funzionali, un po’ meno sono gli hotel e in generale tutte le strutture ricettive della zona. Sono in molti a suggerire agli albergatori di dotarsi di Spa e di altre strutture di benessere che già affollano il Trentino e l’Alto Adige.
Servirebbero politiche regionali mirate che guardano al turismo come vero asse economico del futuro, appostando ogni annorisorse a bilancio consistenti, e servirebbe una promozione seria realizzata da più enti. Almeno è quanto sostiene Ennio Donati, amministratore comunale e albergatore dalignese da decenni: «La problematica degli hotel dell’alta Valcamonica è la qualità degli alberghi. Bisognerebbe riqualificare le strutture come hanno fatto il Trentino e l’Alto Adige, ma la loro economia è basata sul turismo e le loro politiche sono lì impostate, con i fondi per supportarle. Qui da noi serve quindi un sostegno delle istituzioni al livello superiore, visto che gli impianti di risalita oggi funzionano bene».
Proprio a questo proposito amministratori e imprenditori locali stanno portando avanti una trattativa con la Regione. E il referente è Alberto Cavalli, assessore al Turismo e al Commercio, che per parte sua ha già dato la popria disponibilità al confronto. Certo resta da capire cosa hanno da offrire anche le casse della Lombardia, e quanto in percentuale spetti alla Regione e quanto alla buona volontà degli investitori locali.
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