Piano Cave, “in città si deve ridurre”

Dati alla mano, il comune di Brescia vuole una rimodulazione delle concessioni rilasciate nel 2004 dalla Provincia. Il sogno è il progetto del Parco delle Cave.

(red.) Il comune di Brescia chiederà alla Provincia una riduzione delle escavazioni programmate nel piano Cave del 2004. I metri cubi previsti nei cinque ambiti territoriali estrattivi (Ate) comunali, come spiga un articolo del Giornale di Brescia, ammontano a quota 4 milioni e 587 mila metri cubi. Di questi, negli
anni, ne sono stati autorizzati in via definitva due milioni e 574 mila. I cavatori, però, hanno estratto soltanto 504 mila metri cubi di ghiaia. Dunque le cubature previste negli anni scorsi, si sono dimostrate esagerate, anche a causa della crisi economica che ha, di fatto, messo al palo il settore dell’edilizia.
La Loggia, che sta realizzando un nuovo piano di Governo del territorio, vorrebbe quindi ridurre le cubature e gli ambiti estrattivi per pianificare anche un recupero del suolo, e realizzare un Piano Cave del 2014 che sia più focalizzato sul recupero delle aree sfruttate, piuttosto che sull’erosione di nuove zone.
Ovviamente è proprio sulla partita dell’erosione del territorio che si gioca il progetto del Parco delle Cave di Buffalora. Nella giornata di mercoledì, infatti, l’assessore all’Ambiente Luigi Fondra, l’assessore all’Urbanistica Michela Tiboni e Fabio Capra, consigliere comunale deleato dal sindaco sul progetto, relazioneranno la giunta comunale sui passi avanti fatti nell’ultimo periodo.
L’idea del comune è quella di costruire un’area sovracomunale di oltre 4 milioni di metri quadri, andando ad acquisire tutte le aree private, laghetti compresi, e realizzare una cerniera verde tra San Polo e Buffalora, che coinvolga però anche i municipi di Borgosatollo, Castenedolo e Rezzato. Si tratta di un progetto assai complicato, comunque, dato che in mano ad alcune società ci sono diritti di scavo ancora validi (i principali sono NuovaBeton, Taglietti, Rezzola,Faustini e Fips).
Secondo Capra, comunque, si aprirà un tavolo con i proprietari, “ma comunque”, ha spiegato, “qualsiasi compensazione eventuale, dovrà essere a minimo impatto ambientale o, comunque, basarsi su un congruo compenso. Non siamo disposti né a svendere il territorio né a regalare cifre spropositate ai privati”. Dunque anche il pericolo di nuove discariche nella zona, già fortemente compromessa, sarebbe scongiurato.

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