Tares troppo alta “Loggia, trattiamo”
Confesercenti Brescia lancia un appello all'amministrazione comunale. "Non siamo contrari a pagare la tassa, ma siamo contrari alle delibere del comune".
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(p.f.) Aperti al dialogo con l’amministrazione, purché si impegni a rivedere la Tares.
Da Confesercenti Brescia parte una petizione per chiedere l’introduzione di correttivi all’imposta sui rifiuti, aumentata in media del 6,7% nel Comune di Brescia rispetto al 2012. Percentuale che vuol dire poco finché non si traduce in numeri. Confesercenti calcola, ad esempio, che un bar da 100 mq, considerando un margine sui caffè di 0,25 centesimi, deve vendere 1790 caffè per pagare la Tares. “Non è che siamo contrari all’applicazione della Tares”, ha spiegato il direttore generale di Consfercenti Lombardia Orientale Alessio Merigo, “ma siamo contrari a come è stata concepita in virtù delle delibere del Comune”.
La Tares del comune di Brescia sarebbe dunque da rivedere per i pubblici esercizi che, oltre a tutte le imposte, si trovano anche a doversi sobbarcare i contributi per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. “Sosteniamo in prima battuta”, ha proseguito Merigo, “che il criterio di formazione di questa imposta è tutta da verificare. Non esiste una authority indipendente che verifichi come sono fatti i contratti con i gestori. Da chiarire, quindi, come si formano questi costi, che devono essere resi pubblici in maniera chiara e trasparente”.
Secondo punto, sotto accusa il criterio sulla base del quale si calcola la Tares per i pubblici esercizi. “Ad oggi è limitato ai metri quadrati del locale, indipendentemente dall’effettiva produzione di rifiuti e dall’utilizzabilità effettiva di tutti gli spazi. E’ un criterio a macchia d’olio che non ha riscontri oggettivi”. Il risultato è che sono arrivate cartelle anche da 30, 40, 50mila euro. “Credo che si debba tenere conto della difficoltà del periodo, visto che il calo dei consumi sta mettendo in grossa difficoltà proprio i pubblici esercizi a cui viene richiesto di pagare queste cifre”.
Al comune, Confesercenti chiede che si guardi alla realtà e a quello che sta accadendo e che vengano applicate delle riduzioni, partendo da un taglio immediato del 40%. “Siamo disponibili”, sottolinea Merigo, “a sederci attorno a un tavolo e a confrontarci per trovare una soluzione. Se su questa petizione ci sarà sordità, non ci fermeremo qui”.
Per firmare la petizione, titolari di bar, ristoranti, negozi di fiori, frutta e verdura, pescherie di Brescia possono rivolgersi agli uffici di Confesercenti in via Salgari a Brescia o direttamente nel proprio locale chiamando allo 0302421697 o mandando una mail a info@ristorantiebar.it, entro il 15 febbraio. Inoltre si può stampare la petizione dal sito www.ristorantiebar.it, raccogliere le firme e consegnarle negli uffici di Confesercenti entro il 15 febbraio.
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