«Sulla cessione del Brescia vigilerà Ubi»

Giovanni Bazoli, presidente dell'istituto di credito Banca Intesa San Paolo, parla della vendita, della Mapi Group e dell'amico Gino Corioni.

(red.) Chi è questo Pierluigi Manenti? Anche Giovanni Bazoli, presidente del gruppo Banca Intesa San Paolo (primo sponsor del Brescia) nonché grande amico di Gino Corioni, rientrato da un viaggio d’affari all’estero si è fatto la domanda che un po’ tutti si stanno facendo. Nemmeno lui confessa di essersi stupito della cessione del Brescia, ma della Mapi Group proprio non ha notizie.
Bazoli, intervistato dal Bresciaoggi, parla dell’accordo in corso fra Manenti e il “pres” e ammette di esserne venuto a conoscenza tramite i giornali. «Corioni? È da un po’ che non lo sento – ammette Bazoli – Ma dalla vigilia di Natale ero al corrente che c’era qualcosa in ballo. Ne avevo sentito parlare da altri. Ma mi avevano parlato di russi…». Non sembra però essere scosso dall’apparizione della sconosciuta società slovena e delle responsabilità di supervisore nelle trattative che la banca ha promesso di vigilare sulle trattative.  «Non è che se un soggetto è sconosciuto, debba essere per forza inaffidabile – dice il presidente di Ubi -. Un istituto di credito, in una trattativa del genere, ha proprio questo compito: verificare la serietà dei programmi e dei progetti. Perché questo è il nodo, non la provenienza».
Seppur con la dovuta discrezione, Bazoli confida anche le sue perplessità: «Le cifre, francamente mi sembrano alte. Però non sono a conoscenza direttamente dei dettagli della trattativa, dovrei parlare con Corioni o con qualcuno della banca». Ma della volontà di Corioni di cedere non ha alcun dubbio, e  conclude approfittandone per spendere elogi all’amico imprenditore, da anni alla guida della società «Non si può, e voglio sottolinearlo con forza, non ammirare un uomo come Corioni che, nonostante le precarie condizioni di salute, si è sempre accollato il peso di una società come il Brescia Calcio da solo. Sì, Corioni è sempre stato lasciato solo a combattere su tutti i fronti. Pensate se avesse avuto maggiori possibilità economiche: quanti grandi giocatori non sarebbe stato costretto a cedere per tirare avanti? Quanti giovani promettenti sarebbero rimasti ancora al Brescia, facendo crescere loro stessi e la squadra? Datemi retta: Corioni lo rimpiangeremo. Ma credo che, chiunque gli succederà, farebbe cosa saggia a tenerlo in società. Nessuno come lui conosce il calcio in tutti i suoi aspetti».
Certo Anche Bazoli è bresciano e ammette, da tifoso, che avrebbe preferito che il successore di Corioni fosse un compaesano. Ma gli affari sono affari, e gli imprenditori bresciani non si sono mai mostrati molto interessati all’acquisizione della società. Spaventati, e non si può biasimarli, dalle condizioni di un mondo, quello del calcio, squassato da scandali e che da tempo ha smesso di essere l’Eldorado dell’economia.

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