Falda avvelenata, “caccia ai colpevoli”

Parte entro fine anno il progetto Plum di Arpa, finanziato dalla Regione, per individuare le fonti di inquinamento. Territorio diviso in 5 macroaree per 300 pozzi.

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(red.) Cromo esavalente, solventi clorurati, Pcb, tricloroetano.
Sono i nomi dei veleni che inquinano la falda acquifera bresciana, come rilevato dall’indagine preliminare dell’Arpa dopo una serie di campionamenti su città e provincia in vista dell’entrata nel vivo del progetto Plum. Un Piano, regolato dal protocollo d’intesa firmato col Broletto per rintracciare le fonti dell’inquinamento, finanziato da Regione Lombardia con 700.000 euro.
Trovati gli inquinanti, ora il compito del progetto è rintracciare la sorgente, ovvero chi inquina. Per farlo, sono state individuate cinque macroaree per una rete di 300 pozzi di controllo.
Dall’indagine preliminare emerge già una mappa dei veleni: cromo esavalente e solventi clorurati in Val Trompia; cromo esavalente, Pcb e solventi in città, condizionata dalla presenza del Sin; solventi nella gardesano, tra Desenzano e Lonato, così come nell’Ovest bresciano tra Castegnato, Paderno, Ospitaletto e Passirano, e ad Est, tra Mazzano, Castenedolo e Montichiari.
Entro fine anno partirà la “caccia ai colpevoli”.

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