Pcb, fondi per monitorare più a Sud

Iniziano le indagini sovvenzionate da Regione Lombardia con oltre 500 mila euro. Se ne occuperà L'Arpa. Interesserà anche zone mai analizzate in precedenza.

(p.f.)  Nuovi monitoraggi sulla area Caffaro, per capire a che punto è la contaminazione da Pcb. Erano state già annunciate dalla Regione Lombardia, in occasione della visita della giunta Maroni a Brescia, ed ora si parte con i lavori, per un finanziamento di 554 mila euro.
Da qui fino al 2015 saranno eseguiti 1.220 prelievi, che si tradurranno poi in 562 campioni, su un’area di 3 milioni di mq, il 15% in più dell’area indagata dieci anni fa. “Il caso Caffaro”, ha spiegato Claudia Maria Terzi, assessore all’Ambiete di Regione Lombardia, in trasferta al Pirellino di via Dalmazia per annunciare i lavori, “non può essere considerato risolvibile con 6,7milioni di euro ed essere messo dopo altre situazioni seppur gravi, come Taranto”.
Per soppereire a quella che la stessa Terzi ha definito disattenzione dello Stato, Regione e Arpa, con la stretta collaborazione dei comuni interessati, danno il via al nuovo piano di monitoraggio, che interesserà anche aree mai analizzate, come i quartieri a sud della Caffaro a Brescia, Castel Mella, Capriano del Colle, Flero e Poncarale.
“Abbiamo dato nuovo impulso”, ha commentato l’assessore all’ambiente del Comune Gianluigi Fondra, “ad esempio con la proposta del commissario straordinario per le bonifiche, come grimaldello che desse il senso dell’operatività. La nuova attenzione è stata subito percepita, e anche gli stakeholder più attivi sul caso Caffaro hanno ammesso di aver percepito un cambiamento da parte dell’amministrazione”.  Il progetto di nuove indagini, per Fondra, è  fondamentale per poter avere dati più aggiornati su cui basarsi per andare a cercare nuovi fondi al Ministero o in Europa e per emanare anche le ordinanze nei quartieri interessati.
Come ha ricordato il presidente di Arpa Lombardia, Bruno Simini, “questo progetto e il relativo finanziamento ci permette di ritornare sul Sin. Saranno monitorati tutti gli aspetti: il suolo e sottosuolo, i sedimenti, le rogge, le acque superficiali, gli scarichi. Entro marzo 2014 avremo anche dei dati sulla qualità dell’acqua nelle rogge, entro l’estate la valutazione sui terreni. Anche se i tempi saranno brevi, perché concluderemo tutto in 15 mesi, il progetto sarà molto approfondito e interessante”. Per portarlo avanti, Arpa Brescia ha assunto sei collaboratori a tempo determinato.  Lo spirito è di aggiornare i dati che già esistono e approfondire ciò che ancora non si sa. “Non è un contentino”, ha concluso Terzi, “per le mancate bonifiche, visto che, insieme al Comune, le richieste per i fondi sono costanti”.

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