Pompieri: «Niente soldi per la lavanderia»

I VdF di Brescia denunciano la sospensione del servizio di lavanderia prevista per legge. «Si tratta di una situazione pericolosa per la salute e la sicurezza dei Vigili del Fuoco, indegna di un paese civile».

(red.) Prima erano finiti i soldi per la benzina, ora anche quelli per la lavanderia. I 300 Vigili del Fuoco di Brescia, d’ora in poi, dovranno lavarsi le divise da soli. A disporlo un documento della Direzione regionale del Corpo, che da 11 giorni vieta la possibilità di usufruire del servizio di lavanderia.
A lanciare l’allarme l’Unione sindacale di Base, che in un comunicato spiega la gravità della situazione: «Ogni giorno i nostri “dpi” [dispositivi di protezione individuale, ndr] (tute, guanti, giacche, ecc.) – dice il sindacato –  si sporcano di fuliggine, terra, ma anche sangue, escrementi e altro. C’è poi il rischio della contaminazione da amianto, per la quale basta aver a che fare col tetto di un capanno o una vecchia canna fumaria».
Il sindacato fa notare che la Diciarazione di Dresda del 2003, non solo prevede una procedura obbligatoria per la pulizia dei “dpi” ma addirittura ne prescrive la distruzione, se venuti in contatto con sostanze gravemente pericolose per la salute quali l’amianto. Il segretario provinciale dell’Usb, Matteo Angeletti, insiste: «È una situazione insopportabile, per il rischio e per la dignità dei lavoratori, indegna di un paese civile».

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