Valtenesi, Fava: “Modello da esportare”

Lo ha detto l'assessore all'agricoltura lombardo in visita a Puegnago del Garda. "La zona gardesana ha un ruolo fondamentale nel contesto regionale"

(red.) Un tour nel cuore dell’ulivicoltura lombarda, che rappresenta una fetta importante sotto il profilo culturale, seppure meno sotto l’aspetto economico.
E’ quello che ha fatto l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, lunedì 28 ottobre, a Puegnago del Garda, nella provincia di Brescia, visitando l’azienda di Gianfranco Cominciali e, successivamente, il Consorzio Valtenesi, nella cornice di Villa Galnica. Valtenesi, colline bresciane del lago di Garda, terra di antica viticoltura mediterranea, tra cedri, limoni, capperi e olivi. Qui cresce il Groppello, vitigno autoctono che in rosso diviene Valtenesi doc e in rosa Valtenesi
Chiaretto doc. Autentiche espressioni della tradizione e della vocazione territoriali.
«Siamo in un territorio che produce circa 800 mila litri d’olio», ha ricordato l’assessore Fava, «che insiste in una regione che consuma più olio al mondo, oltre 24 milioni di litri. Solo una piccola parte di questa produzione di qualità finisce sulle tavole lombarde. Credo si debba fare un percorso, affinchè si possa distinguere e apprezzare queste peculiarità rispetto a quello che finisce in tavola a prescindere da provenienza e origine. Questo è un percorso di testimonianza che ci dice quanto valido sia questo modello, contingentato, perchè il consumatore abbia ben chiaro perchè il costo sia differente rispetto a quel che trova in commercio».
La zona gardesana, nel contesto lombardo, gioca un ruolo importantissimo se consideriamo il mix tra agricoltura, alimentare e turismo. «Le tre cose insieme fanno dell’agricoltura gardesana un modello esportabile», ha proseguito Fava, «il fatto che questa parte del territorio sia contraddistinta da questo clima mite quasi tutto l’anno fa sìche l’area sia unica nel panorama agroalimentare lombardo: quel che si produce qui è esclusivo. Vorremmo che fosse un modello da esportare, con grande convinzione in giro per il mondo, ma vorrei che fossero prima i Lombardi a conoscere quel che si fa qui».

 

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