Pcb: Anche Ersaf ruolo di rilievo in bonifica

L’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste si occuperà della messa in sicurezza di 80 ettari di aree agricole contaminate.

(red.) Ci sarà anche ERSAF ( Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) nel team di enti che attueranno l’accordo di Programma «per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e successiva bonifica nel Sito di Interesse Nazionale di Brescia – Caffaro».
Nella fattispecie, ad ERSAF, su incarico della Regione, è stata affidata l’azione rivolta alle aree agricole poste nel settore occidentale del Sito, con una superficie complessiva di circa 80 ettari. L’incarico affidato ad ERSAF avrà una durata di quattro anni, ed è stato illustrato nel pomeriggio di martedì 8 ottobre a Brescia dalla presidente Elisabetta Parravicini, che, grazie all’esperienza come Arpa,  conosce profondamente la situazione della Caffaro.
« L’ente – ha spiegato Parravicini – è chiamato a mettere in campo la propria competenza in materia agricola per attivare la messa in sicurezza per ridurre la dispersione dei contaminanti e l’esposizione dei cittadini agli inquinanti stessi. Nello specifico,  dovrà occuparsi della gestione dei prati, della creazione di fasce boscate, della  sperimentazione di tecniche di biorimedio e della progettazione di opere di bonifica per tutte le aree agricole, attraverso l’applicazione delle tecniche che avranno dato i migliori risultati nel corso della sperimentazione».
«La finalità dell’attività affidata ad ERSAF – ha  poi spiegato la presidente – è quella di individuare una valida alternativa alla bonifica tradizionale delle aree che, su una superficie così estesa, non è sostenibile né economicamente né ecologicamente. Nella fase sperimentale si terrà conto dei risultati di altre esperienze effettuate in contesti diversi, come nel Progetto FREE-PCB, coordinato da ARPA in provincia di Bergamo una decina di anni orsono, seppure la situazione del Sito Caffaro sia decisamente differente per ampiezza e gravità.
La scelta del Comune di Brescia di mantenere la destinazione agricola di queste aree  – ha concluso Parravicini – è la condizione di partenza per la nostra attività, e ci invita a lavorare nella direzione di ridare dignità e quindi reddito alle aziende agricole che vi operano, auspicando che possano essere le stesse aziende ad attuare le pratiche di biorimedio che, certamente in una scala di anni, possano gradualmente riportare i parametri della contaminazione entro i limiti».

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