«Marilia non c’è più. Ma odiare è inutile»

Natalia Maria da Silva, madre di Marilia, ha raccontato la sua storia a «pomeriggio cinque» con Barbara d’Urso. «Ora cerco giustizia. Ma la rabbia non serve»

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    (red.) Un appello a tutte le madri che hanno perso un figlio per morte violenta: con la rabbia non si risolve niente, non odiate. Questo il messaggio di Natalia Maria da Silva, madre di Marilia, la ragazza che lo scorso 30 agosto è stata trovata priva di vita negli uffici della «Alpi Aviation do Brasil» di Gambara (Brescia).
    La donna è stata ospite domenica 6 settembre nel programma televisivo di Canale 5 condotto da Barbara D’Urso. Durante l’intervista di «Pomeriggio cinque», la madre ha raccontato il suo dolore in venti minuti di intervista esclusiva. Il lavoro di hostess piaceva molto a Marilia, e proprio nell’ambiente del volo aveva conosciuto Claudio Grigoletto, istruttore 32enne, sposato e padre di due bambine. «Io non ho l’ho mai conosciuto di persona, solo al telefono e su Facebook. Mia figlia era felice perché il lavoro le piaceva. La storia con Claudio era iniziata a maggio. Io e Marilia sapevamo che era sposato, che aveva una figlia e ne aspettava un’altra, ma gli avevamo creduto quando aveva detto che era fuori di casa già da diversi mesi».
    Poi, però, Marilia era rimasta incinta. «In quel periodo viveva in un monolocale a Borgosatollo, ma lui gliel’aveva fatto lasciare con la scusa che presto sarebbe stata pronta una casa nuova, dove avrebbero vissuto insieme . L’aveva detto pure a me. E Marilia aveva preparato le sue cose. Poi era stata ricoverata in ospedale perché non stava bene. Quando era uscita, aveva chiesto ospitalità a un’amica. Poi era tornata un’altra volta in ospedale e di nuovo dall’amica. Intanto Grigoletto continuava a cambiare versione riguardo la presunta casa che li aspettava. A quel punto l’amica si era stufata e aveva detto a Marilia che non poteva stare più da lei. Così, mia figlia aveva portato gli scatoloni con le sue cose in ufficio ed era stata portata da Grigoletto a vivere in un albergo che pagava lui». Solo a metà agosto Marilia e sua madre avevano capito che quelle di Grigoletto erano solo bugie. La ragazza era stanca, stressata, troppo magra pur essendo in avanzato stato di gravidanza.
    Venerdì 23 agosto l’ultima telefonata fra le due. Poi più niente. «Quando ho saputo che Marilia era morta ho capito subito che era stato lui, il dubbio che mia figlia avesse potuto tentare il suicidio non mi ha mai sfiorato». Ora la madre aspetta che la giustizia faccia il suo corso. Tuttavia, in Natalia, non c’è spazio per la rabbia. Ciò che toglie il sonno alla donna, ora, è l’inutilità della morte di sua figlia. «Non era necessario. Io sarei potuta venire a prendere Marilia, mi sarei presa cura di lei e della bimba. E anche di lui, se non avesse avuto soldi. Perché fare questo, allora? Perché uccidere mia figlia?». Natalia ora cerca di guardare avanti. Ma qualcosa, in lei, si è rotto per sempre. «Ormai ho un solo braccio, una sola gamba, metà del cuore. L’altra è andata via con Marilia. Senza di lei, niente sarà più come prima. Mi manca, mia figlia. Mi manca tanto».

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