Sarezzo, ancora “nebbia fitta” sulla nube tossica

Non è chiara l’origine della nuvola che ha ossidato l’acciaio in poche ore. Secondo il sindaco si tratterebbe di uno sversamento del torrente. Ma l’Arpa non conferma.

(red.) Rimane fitta la nube che , in una notte di fine luglio, ha corroso l’acciaio di alcuni stabilimenti di Zanano (Brescia) in località Gelè. Almeno metaforicamente.
A quasi due mesi dall’accaduto, infatti, rimangono solo le ipotesi. Secondo il sindaco Massimo Ottelli,  potrebbe essersi trattato di una «nube in sospensione generata dallo sversamento di liquidi nel torrente Gombiera». Tuttavia, secondo la direttrice provinciale dell’Arpa, Maria Luisa Pastore, la situazione sarebbe troppo complessa per confermare questa ipotesi. La segnalazione poco tempestiva del fenomeno, infatti, avrebbe impedito di eseguire alcune analisi. Non è ancora chiaro cosa possa aver causato la nube tossica, quindi.
Nelle parole del primo cittadino, in ogni caso, Asl e Arpa sarebbero al lavoro per eseguire una serie di analisi. Soprattutto, spiega Ottelli, per sincerarsi che il fenomeno non abbia avuto conseguenze sulla salute pubblica

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