«Vogliamo portare Marilia e suo figlio a casa»

In Italia i genitori della 29enne brasiliana uccisa a Gambara, per parlare con i magistrati e per recuperare la salma della ragazza che verrà sepolta nel paese natio.

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(red.) Vogliono dare al più presto una sepoltura alla propria figlia e al nipotino che mai vedrà la luce i genitori di Marilia Rodrigues Martins, la 29enne brasiliana uccisa giovedì scorso nell’ufficio in cui lavorava a Gambara, nel Bresciano.
I genitori della ragazza, con cui pare la giovane non avesse legami stretti, sono attesi nelle prossime ore in procura a Brescia per essere sentiti dai magistrati che indagano sulla vicenda per cui è finito in carcere il titolare di Marilia, il 32enne Claudio Grigoletto, padre del piccolo che la bella hostess portava in grembo.
Natalie Silva, 52 anni, mamma di Marilia, era a conoscenza della gravidanza della figlia, ma non dei contorni nei quali era maturata.
Le due donne erano partite dal Brasile 13 anni fa e avevano poi vissuto per uan decina d’anni a Sant’Angelo Lodigiano dove Marilia aveva anche frequentato le scuole. Poi le strade di mamma e figlia si erano separate: Silvia era tornata a vivere nella sua città d’origine, Uberlandia, stato di Minas Gerais, nell’interno del Brasile, mentre Marilia aveva preferito restare in Italia, cavandosela da sola. Il rapporto con il padre, invece, era sfilacciato: pare che i due non si sentissero da quasi dieci anni.
In ogni caso è stato proprio il papà della giovane a partire, insieme con uno zio, per Brescia, per «affiancare le autorità italiane nelle indagini ed a parlare con il magistrato che si occupa del caso» e riportare il corpo della figlia al più presto nel paese carioca.

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