Il web: «Assassino», «Sì, ma lei…»

Su Facebook c'è chi condanna senza mezzi termini Claudio Grigoletto, arrestato per l'omicidio della 29enne brasiliana, e chi accusa anche la ragazza morta.

(red.) «Assassino», «gesto in commentabile», «immaturo». Sono alcuni dei post pubblicati sul profilo Facebook di Claudio Grigoletto, il 32enne arrestato con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio di Marilia Rodrigues Silva Martins, la 29enne brasiliana trovata senza vita a Gambara nell’ufficio dove lavorava, proprio alle dipendenze dell’uomo, titolare di una piccola ditta che commercializza ultraleggeri.
La notizia del fermo del presunto assassino della ragazza, incinta di cinque mesi e, secondo gli inquirenti, proprio di Grigoletto, già sposato e padre di due bimbe in tenera età (una di appena due mesi), infiamma la rete. 
Oltre ai duri commenti e alle accuse contro l’uomo c’è anche chi se la prende con la vittima. “Lui aveva una relazione stabile e figli… è incommentabile ciò che ha fatto, ma anche lei… perché mettersi a lato di un uomo impegnato?” è uno dei commenti che appare sulla pagina.
«Ma come hai potuto compiere un gesto simile ??????? Se sei stato davvero tu spero che il rimorso ti mangi la coscienza» scrive Elena, mentre Mery si sfoga: «Hai ucciso due persone ed una era tuo figlio!!! Tu che di figli già ne hai!! Come hai potuto? Questa foto l’hai scattata il giorno che sei diventato un assassino!! Ma come si fa?!!»
Ma c’è anche chi, come Gabriele, non se la sente di prendersela del tutto con Grigoletto e scrive:« Non voglio difendere sta’ sottospecie di uomo che ha rovinato 2 famiglie, la sua e quella della vittima. Ma definirlo sottospecie di uomo offendo le scimmie. Anche la vittima pero’ non era proprio il massimo visto che nonostante sapeva che era sposato e con due figli, non si e’ tirata indietro ad avere una storia con lui. In carcere questa gente non ha vita facile……. gli fanno passare le pene dell’inferno!!».
Ma c’è chi preferisce non giudicare, come Fabrizio, che conclude la serie di post dicendo: «Prima di condannare una persona, se ha sbagliato è giusto che paghi, attenderei prove certe e non indizi forniti dalla magistratura».

 

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